il presidente della FIGC Carraro
I conti della serie A sono sempre più in rosso. E pensare che nei mesi scorsi abbiamo sentito tanti bei discorsi su risparmi e cambiamenti di rotta da parte delle società. Secondo un’indagine effettuata da Repubblica nei giorni scorsi, emerge che il passivo delle 20 squadre di serie A, nei bilanci 2003-2004, è arrivato a quota 507,8 milioni di euro, il 14% in più rispetto all'anno precedente! Tutto ciò è il risultato di un squilibrio tra entrate ed uscite che ormai va avanti da tantissimo tempo. Negli anni passati si era ovviato a ciò con le famose plusvalenze fittizie, tanto care a chi ora si ritrova con bilanci a dir poco preoccupanti. Ad esempio, nell’estate 2002, Milan ed Inter si scambiarono due giocatori come Coco e Seedorf valutandoli 29 milioni di euro (poco più di 56 miliardi di vecchie lire). Questo scambio è avvenuto in un periodo nel quale si parlava di mercato bloccato e di prezzi in discesa. Inoltre, il valore attribuito ai due calciatori è stato molto simile a quello con cui il Milan, nello stesso anno, si è aggiudicato uno dei più forti difensori del mondo: Alessandro Nesta. Grazie allo scambio Seedorf-Coco le due società ottennero una plusvalenza di 28,8 milioni. Questo è soltanto uno dei tanti scambi avvenuti fra le milanesi. Durante l’estate 2003, a chi gli domandava come mai tra Milan ed Inter fosse in atto da anni uno scambio continuo di calciatori, Galliani rispose:”Ci scambiamo i giocatori con l’Inter perché le loro mogli e fidanzate sono ormai abituate a vivere a Milano e non saprebbero più farne a meno”. Molto divertente!
E indovinate un po’ qual è la società con le più alte perdite nell’ultimo esercizio? Sì, proprio l’Inter, che ha perso quasi 100 milioni di euro.
Quindi questo famigerato cambio di rotta non sembra esserci stato. A dir la verità Roma e Lazio, che avevano i problemi più gravi, hanno dovuto per necessità ridimensionarsi. La Juventus, invece, che si è sempre auto-celebrata come società “modello”, ha fatto una campagna acquisti faraonica volgendo anche lei inesorabilmente verso il passivo. L'ultimo utile in casa bianconera è stato realizzato solo grazie alla cessione di un terreno. Nell’estate 2003 la Juventus vendette il 27,2 % della sua controllata Campi di Vinovo s.p.a. (società che detiene i 500.000 metri quadri di terreno nell’area tra Vinovo e Nichelino) alla Costruzioni Generali Giliardi s.p.a. La società bianconera ottenne da questa operazione una plusvalenza di 32,5 milioni. Contestualmente alla vendita, però, la Juventus ha accordato alla Giliardi il diritto di rivendere, proprio ai bianconeri, la stessa quota appena acquistata allo stesso prezzo. In poche parole i dirigenti bianconeri hanno messo a posto il proprio bilancio con questo trucchetto, ma nello stesso tempo i terreni sono rimasti nelle loro mani.
Inoltre è utile ricordare che la Juventus è la società le cui entrate sono le più elevate della serie A. Nel 2003 i bianconeri sono riusciti a percepire 218,3 milioni di entrate complessive. Un vero record, nessuno in Italia era mai riuscito a raggiungere un risultato simile. È altrettanto vero, però, che la Juventus è stata l’unica società fra le grandi a non aver aderito alla famosa legge spalma-perdite, la quale permette di svalutare il patrimonio giocatori, cioè diminuire il loro valore. La differenza fra il valore del patrimonio giocatori svalutato e quello originario dà luogo ad una perdita. Tale perdita è una passività, cioè va ad aumentare il debito di una società. La genialità della legge, però, consiste nel dilazionare la perdita in dieci anni, quindi non viene contabilizzata tutta nell’esercizio in cui sorge. È una cosa che prima non si poteva fare e che contrasta apertamente con i principî su cui si basa la stesura dei bilanci. Tanto che l’11 novembre 2003 la Commissione europea ha aperto ufficialmente una procedura di infrazione contro l’Italia. Questa legge, come ha dichiarato lo stesso Galliani, ha dato una grossa mano a numerose società, in primis alla Lazio, ma anche a Roma, Milan e Inter.
Nonostante ciò, il passivo delle nostre società continua ad allargarsi e i presidenti continuano a litigare sulla nomina del presidente di Lega. Il futuro per il nostro calcio sembra essere sempre più rosso.