Depenalizzare gli spinelli e dividere le droghe “leggere” da quelle pesanti, è stato per dieci anni uno dei cavalli di battaglia dell’Indipendent. Ma oggi l’autorevole quotidiano, riferimento dell’area “radical”, la sinistra inglese, fa una clamorosa marcia indietro.
L’edizione domenicale (del 18 marzo, ndr), quella con maggiore numero di pagine, diffusione e lettori, apre con un titolo a tutta pagina, illustrato da una grande foglia di marijuana: “Cannabis, ci scusiamo.”
Le ragioni sono evidenti. Dal 1997 ad oggi la percentuale di sostanza attiva presente in haschish e marijuana, per intenderci quella che ti fa sballare, è aumentata di 25 volte. In Gran Bretagna lo chiamano “skunk” (puzzola) ed è cannabis potenziata, in grado di arrecare gravi danni alla salute di chi la usa.
I dati citati dall’articolo parlano chiaro. Dieci anni fa i ragazzi del Regno Unito in cura per disintossicarsi dalla cannabis erano 1600, oggi sono 22mila. Un bel 1300 per cento in più e la metà di loro ha meno di 18 anni d’età. Dei 250mila pazienti britannici sofferenti di schizofrenia, 25mila devono la loro malattia allo “skunk”. Il professore Colin Blakemore, responsabile del Medical Research Council, nel ’97 tra coloro che appoggiavano la campagna dichiara: "Oggi il legame tra cannabis e psicosi (schizofrenia, disturbi bipolari, ecc., ndr) è chiaro, all’epoca non lo era."
Mentre The Lancet, uno delle più autorevoli riviste mediche del mondo, pubblica la prossima settimana una ricerca scientifica, in cui si afferma che lo “skunk” è più pericoloso di ecstasy e LSD.
C’è ne abbastanza per dare il via al contrordine: “Crediamo che la minaccia posta dalla cannabis alla salute mentale nel nostro Paese, abbia precedenza rispetto all’istinto liberale che ispirava la nostra campagna.”
E la chiusura dell’editoriale non lascia ulteriore margine a dubbi. Si conclude con una citazione dell’economista J. K. Keynes. "Quando cambiano i fatti, cambio le mie idee. Lei cosa fa signore?”. Aspettiamo notizie anche da qualche quotidiano italiano e magari dai ministri della Salute e della Solidarietà sociale.
Ai rischi della cannabis è dedicato il libro, di Claudio Risé, Cannabis, come perdere la testa e a volte la vita
Il nostro articolo Perché è giusto vietare l'uso della droga