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Notizie - Attualità e Costume
"Vallettopoli" e l’autocensura di regime Stampa E-mail
Quando i giornali tutelano solo i politici (meglio se di una certa parte)
      Scritto da Domenico Martino
15/03/07
Ultimo Aggiornamento: 21/03/07

yespica_1.jpg sircana.jpg 
 Aida Yespica Silvio Sircana
Premetto che non ho alcun interesse per questo tipo di indagini e scandali mediatico-giudiziari: queste storielle di tradimenti non mi appassionano e ritengo sbagliato pubblicare conversazioni private, quasi sempre parziali e avulse dal contesto.

Ciò detto, mi sembra che la prima domanda da porsi non è se sia giusto che il direttore de Il Giornale, Belpietro, abbia pubblicato la notizia che coinvolge il portavoce del Presidente del Consiglio.
Piuttosto: come mai questa notizia non è stata resa pubblica anche dagli altri quotidiani che ne erano venuti in possesso?

Non è che gli altri giornali abbiano trascurato l’indagine perché intenti a discorrere di massimi sistemi, impegnati a "volare alto". Tutt’altro. Le pagine dei giornali erano piene delle foto di Gilardino e Totti, di Coco e della Ventura ecc. Si badi bene che la posizione di tutti questi personaggi è la stessa: sono persone che sarebbero state fotografate mentre erano in situazioni 'compromettenti', e sarebbero state ricattate per non pubblicare le foto. Secondo la magistratura, quindi, si tratta di parti lese.

Perché, allora, i nomi della Gregoraci e della Yespica possono campeggiare sulle pagine dei giornali, mentre quello di Silvio Sircana - portavoce del Presidente del Consiglio Romano Prodi – no?

Perché del festino di Lapo Elkan con transessuali brasiliani e coca si sono riempite intere pagine, mentre si oscura la notizia che alcuni paparazzi avrebbero fotografato Sircana mentre 'abbordava' transessuali ?

Gli stessi giornali che avevano 'censurato' la notizia, dopo che questa è divenuta di dominio pubblico erano tutti un “si dice” e “sembrerebbe”. Più che la notizia, è stata pubblicata la smentita della notizia.
Se anche la notizia si fosse rivelata priva di fondamento, il nostro discorso non sarebbe cambiato: si è usata cautela, si sono attese verifiche, si è dato credito a smentite come in passato non era stato fatto. Ma poi si è appreso che la notizia era vera: per cui i giornali, riluttanti a dare la notizia vera, si sono precipitati a dare una smentita falsa! L’unica fonte a chiedere da subito un reale chiarimento (se non le dimissioni di Sircana) è stata Velina Rossa, considerata vicina a Massimo D’Alema.

Ma a queste 'responsabilità' di carattere generale, comuni a molte testate, bisogna aggiungerne una specifica ed eclatante: il gruppo editoriale RCS (Rizzoli - Corriere della Sera) non solo aveva appreso la notizia, ma era addirittura in possesso delle foto, che ha acquistato tramite il direttore del settimanale Oggi senza poi pubblicarle !!! (Trovate qui l'approfondimento)

Emerge, insomma, che un uomo politico ha goduto presso certa stampa di maggiore protezione. Un uomo politico - occorre precisare - di sinistra, giacché la scorsa estate, nella prima parte dell'inchiesta di "vallettopoli", era stato dato ampio risalto al coinvolgimento di un altro portavoce, quello del Presidente di Alleanza Nazionale.

Segnaliamo anche lo zelo del Garante per la Privacy, Pizzetti, che - 'distratto' fino ad oggi - ha sùbito emanato un provvedimento che minacciava sanzioni contro chi avesse pubblicato quelle foto. Un provvedimento talmente improvvido (facendo trasparire l'intento di proteggere una certa persona) da spingere lo stesso Sircana a criticarlo, nella lettera pubblicata da La Stampa il 21 marzo. 

Non vogliamo ignorare il problema di cui si parla da tempo - senza costrutto - sulla necessità di individuare regole (legislative? deontologiche?) per distinguere le notizie che è legittimo publicare o meno; e sulla necessità di garantire il rispetto di quelle regole. Sull'opportunità di pubblicare certe notizie (i "vizi" privati) abbiamo anche impostato un sondaggio.

Ma la discussione di questo problema non può eludere la domanda che ci siamo posti inizialmente: perché gli stessi giornali che in passato hanno pubblicato senza scrupoli questo tipo di notizie, adesso hanno cercato di insabbiare il coinvolgimento di un politico appartenente ad un certo schieramento?

E' una domanda che stimola la riflessione sulla libertà e la qualità di certa stampa, per la quale gli scrupoli deontologici, il "rispetto della dignità delle persone", viaggiano a corrente alternata.

Forse anche così si spiega perché negli ultimi anni le testate storiche hanno perso sempre più lettori a vantaggio di nuove testate (ad esempio Libero) e dell'informazione via internet, come acutamente osservato e sottolineato negli Stati Uniti dal Time.



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