Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, a chi gli chiedeva se era imbarazzato da una manifestazione contro il Governo - quella di Vicenza - sostenuta da partiti di governo, aveva replicato che le manifestazioni di piazza sono "il sale della democrazia".
Pronta - e insolitamente severa - la puntualizzazione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un discorso tenuto a Bologna il 21 febbraio (i grassetti sono nostri):
"Per quanto legittimi e importanti siano anche i canali del conflitto sociale e delle manifestazioni di massa e di piazza, è fuorviante la tendenza a farne la forma suprema della partecipazione e, retoricamente, il sale della democrazia.
(...) è nel riconoscimento della rappresentatività delle istituzioni elettive e delle relative sedi di decisione democratica che ogni forma di partecipazione deve trovare la sua misura. (..) Se non si vede, se si nega questo ancoraggio nelle istituzioni, si può allora scivolare nella suggestione della violenza come matrice delle decisioni invocate da aggregazioni e mobilitazioni minoritarie, e di lì, nell'impossibilità di prevalere per questa via, si può compiere il passo verso la degenerazione estrema del terrorismo."
Ineccepibile, Presidente.