Il Governo aveva giustificato il malcontento degli Italiani sulla Finanziaria con un proprio deficit di comunicazione.
In realtà, la comunicazione è stata abilissima, perché ha diffuso l'opinione che gli aggravi fiscali avrebbero riguardato solo i "ricchi", mentre tutti gli altri avrebbero beneficato di riduzioni. Per cui quasi tutti gli Italiani, che non si considerano - evidentemente - ricchi, si aspettavano novità positive...
E invece... sorpresa!
Noi, nel nostro articolo di analisi della Finanziaria per il 2007, ci eravamo permessi di osservare che le tabelle riportate sui giornali (e diffuse spesso dal Ministero dell'Economia) erano ingannevoli, perché tenevano conto di aliquote, detrazioni ed assegni familiari, ma non tenevano conto di una serie di fattori (fiscal drag, aumento dei contributi previdenziali, addizionali ed altre imposte locali, sostituzione delle deduzioni con le detrazioni, ecc.) che annullavano i benefici promessi.
I primi a verificare gli effetti della manovra sono stati i lavoratori dipendenti, già nella busta paga di gennaio. Un riepilogo dei dati emersi lo ha fatto Luca Ricolfi (editorialista con simpatie a sinistra), il quale ha scritto su La Stampa del 31 gennaio:
"Il messaggio che è passato è che la maggior parte dei lavoratori dipendenti ha avuto l’aumento promesso. Mentre la realtà è che l'ha avuto sì la maggioranza (il 62.5%), ma dei soli lavoratori dipendenti con carichi di famiglia. E poiché questi ultimi sono una minoranza (38.6%), il risultato finale è quello che abbiamo detto. L’aumento promesso in busta paga l’ha avuto il 62.5% del 38.6%, dunque il 24.1% dei lavoratori dipendenti: 1 lavoratore su 4, a essere generosi. In media, ossia considerando tutti i lavoratori dipendenti, l'aumento mensile in busta paga è dell'ordine dei 10 euro, molto meno dei 30 euro promessi in campagna elettorale."
Insomma, per Ricolfi gli aumenti in busta-paga hanno riguardato una minoranza degli Italiani, per importi esigui.
Ed anche questa minoranza vedrà presto sparire i suoi euro in più, perché Ricolfi ha sì calcolato l'aumento dei contributi, ma non l'aumento dell'IRPEF sulla prima casa (che emergerà a luglio), né le addizionali o le altre imposte locali...
A conclusioni simili è arrivato il sindacato: già «con 1.200, 1.300 euro netti al mese si pagano più tasse di prima», ha commentato il segretario della CGIL Epifani.
Per gli autonomi, poi, le cose andranno anche peggio, visto che beneficiano di minori detrazioni e, se hanno carichi familiari... non fa niente: non hanno diritto agli assegni familiari!