Il nuovo complesso dell'Ara Pacis: un 'mostro' nel cuore archeologico di Roma
Le nostre città vengono governate bene o male? Molti problemi che viviamo ogni giorno, e che sono di competenza delle amministrazioni locali (traffico, parcheggi, buche, pulizia, servizi sociali, case), sembrano sempre uguali a se stessi. Siamo così assuefatti, che a volte basta una panchina in più per far gridare al miracolo e plaudire all'amministratore volenteroso. Ma la convinzione comune sembra quasi che, in gran parte, si tratti di problemi inevitabili in una metropoli moderna, ai quali bisogna semplicemente adattarsi.
Non siamo d'accordo. A chi pensa che i problemi siano irrisolvibili, basterebbe forse regalare un viaggio in una delle metropoli europee: le troveremo per lo più pulite, ordinate, ricche di servizi, con un trasporto pubblico efficiente. E non vale solo per le metropoli nordeuropee: si pensi all'incredibile trasformazione che negli ultimi anni hanno subito città mediterranee come Barcellona o Siviglia.
Cosa manca alle città italiane? La capacità degli amministratori, ci pare evidente. Ed inoltre le clientele e gli sprechi che... si sprecano!
Prendiamo il caso di Roma, per la quale si può fare un bilancio - ci sembra - dopo trent'anni di amministrazione quasi ininterrotta da parte delle giunte di sinistra. Le stesse che negli anni '70 smantellarono tram e filobus, per decidere ora di ripristinarli...
La convinzione che con i problemi si debba convivere, nella capitale forse è rafforzata dal carattere tradizionalmente un po' fatalista dei Romani. Aggiungiamo la capacità di valorizzare il proprio lavoro da parte di giunte tradizionalmente molto attente all'immagine, allo sviluppo di iniziative legate allo spettacolo e al divertimento (panem et circenses, dicevano gli antichi...), a partire dalle famose "Estati romane" dell'assessore Nicolini negli anni '80. Non pensiamo certamente che una città ben amministrata debba essere triste e priva di attrattive. Ma possono gli svaghi far dimenticare i problemi?
Una giustificazione dei diversi sindaci, da ultimo Veltroni, è che i meriti sono del Comune, i demeriti del Governo che non dà abbastanza fondi. Ma a parte il fatto che negli ultimi 14 anni la sinistra, a livello nazionale, ha governato per 8, ci domandiamo: quanti soldi servono ai nostri sindaci per far funzionare bene una città?
Sapete a quanto ammontano le entrate del Comune di Roma nel 2005? A 6 miliardi di euro! O, se preferite, 11.600 miliardi di vecchie lire! Non bastano per un asfalto decente (che non faccia morire i motociclisti), per tenere pulita una città, per garantire i servizi agli anziani e ai bambini?
Che fine fanno i nostri soldi?
Non vogliamo dire che a Roma non sia stata realizzata nessuna opera importante: ricordiamo l'Auditorium e la galleria Giovanni XXIII (la terza corsia del raccordo, invece, è stata fatta quasi interamente con soldi statali). Ci dobbiamo accontentare?
Una metropoli moderna, innanzitutto, ha bisogno di una rete metropolitana efficiente, che non faccia trascorrere ai cittadini ore nel traffico, ore sottratte al lavoro (e allo sviluppo economico), alla famiglia, alle attività sociali, alla qualità della vita.
Non è vero che ci sono difficoltà legate alle vestigia archeologiche: le reti metropolitane passano sotto gli strati archeologici.
E non è vero che ci vogliono decenni: a Siviglia in cinque anni è stata costruita una rete moderna! Serve la capacità e la volontà di coinvolgere capitali privati con lo strumento del project financing (cosa che la sinistra ideologica rifiuta); con i soli capitali pubblici si possono sì finanziare il prolungamento della linea B1 e alcuni tratti della nuova linea C, che però costituiscono una goccia nell'oceano.
Servono poi parcheggi di scambio, e non i box o le strisce blu che diventano solo un modo per far cassa.
Una metropoli come Roma, in cui il problema della casa è importante, con costi alle stelle, ha bisogno di edilizia pubblica. E invece la sinistra, che ha consentito ai costruttori privati (editori dei giornali romani) di costruire milioni di metri cubi di nuove case, non ha destinato neanche un metro quadro all'edilizia residenziale pubblica o agevolata... Per di più si chiede la consulenza per l'emergenza abitativa agli estremisti di Action, che occupano le case destinate a chi ne ha diritto e vengono condannati per associazione a delinquere (Nunzio D'Erme)...
Una metropoli in cui le mamme che lavorano non trovano posto per i loro figli negli asili nido, provvede a spendere i suoi soldi in orribili opere come la struttura intorno all'Ara Pacis (16 milioni di euro!); in consulenze inutili come quelle alla terrorista Silvia Baraldini; nella concessione di oltre cento (!) immobili pubblici a "centri sociali occupati", che che non solo alimentano lo scontro sociale e difendono l’illegalità, ma lo fanno a spese dei cittadini: esercitano attività commerciali con ricchi guadagni, non pagano affitti, tasse e utenze (luce, acqua), e vengono pure finanziati! Potremmo continuare a lungo...
Tuttavia, anche tenendo conto di tante spese inutili, non riusciamo a immaginare come si arrivi a sei miliardi di euro (o meglio, lo immaginiamo..).
Sindaco Veltroni, che fine hanno fatto i nostri soldi?
P.S.: Nel 2010 la domanda si fa ancora più angosciante: come è stato possibile non solo non realizzare le opere di cui Roma ha bisogno, ma addirittura creare una voragine di debito (per di più tenuta nascosta) di 12,4 miliardi di euro? Un debito che paralizzerà per anni lo sviluppo della città...