Sul "conflitto d'interessi" di Silvio Berlusconi sono stati versati fiumi d'inchiostro. Il premier ha giustificato la sua posizione in modo variabile.
A volte, forte del consenso elettorale, ha negato l'esistenza stessa del conflitto, affermando che "per gli Italiani non esiste". Ma - a parte il fatto che il popolo, in democrazia, ha il potere di decidere gli indirizzi politici, non di stabilire cosa esiste e cosa non esiste... - si tratta evidentemente di un'interpretazione furbesca del voto degli Italiani.
Altre volte Berlusconi è stato più sincero, quando ha affermato che il suo conflitto d'interessi è sotto gli occhi di tutti; per cui consente agli Italiani di valutare la correttezza delle leggi da lui fatte approvare, di decidere se è utile votarlo, a determinate condizioni, nonostante quel conflitto.
Di conflitti di interessi ne esistono altri, meno appariscenti, e forse per questo più pericolosi. Ed è proprio a questi intrecci nascosti che vogliamo dedicare alcuni approfondimenti.
Auspicando il momento in cui sarà possibile votare senza dover scegliere il "conflitto" meno pericoloso; e, soprattutto, il momento in cui la denuncia delle "magagne" altrui non sia più il pretesto moralistico per nascondere le magagne proprie, per sfuggire al confronto su idee, programmi politici, proposte concrete.