Qualcuno penserà che ce l'abbiamo con Fini o Alleanza Nazionale...
Ma, a nostro avviso, proprio chi ha maggiormente apprezzato l'importante cammino democratico fatto dalla destra degli ultimi anni dovrebbe essere sbalordito dalle docce scozzesi che questa sta vivendo negli ultimi mesi.
Fini ha dato il via a questo 'impazzimento' con la mossa di abbracciare la causa dei referendum, ribaltando ogni suo precedente convincimento.
Per di più, in nome di una 'furbata' rivelatasi infelice. Abbiamo ricordato, infatti, nell'articolo su vincitori e vinti ai referendum sulla fecondazione, che l'aspetto più incredibile di Fini è stata la sua approssimazione politica, la straordinaria capacità di cercare di salire sul carro del vincitore solo per accorgersi... che era quello dei perdenti! (Sessantacinque anni fa un altro politico di destra ammirato da Fini ebbe lo stesso tempismo...) Ebbene, a dimostrazione che secondo Fini la coerenza è la virtù dei fessi, domenica 3 luglio all'Assemblea nazionale del partito il nuovo dietro-front, sotto la minaccia di ribellione del suo partito: la legge 40 non si tocca, nascondersi dietro il velo della "libertà di coscienza" per i referendum è stato un errore, dire che astenersi era "diseducativo" è stata un'offesa che merita le scuse.
Ma poi è venuto il turno dei suoi "colonnelli" (La Russa, Gasparri, Matteoli), pizzicati in un bar da un giornalista de Il Tempo a malignare del loro leader in maniera piuttosto greve. Anche se, va detto, i pettegolezzi privati - divenuti pubblici per puro caso - non dovrebbero essere confusi con un vero e proprio oltraggio. Eppure, questi baldi "colonnelli" non hanno saputo far di meglio che trasformare le doverose scuse personali in sottomissione politica, rimettendosi proni alle decisioni (sculacciate) del capo.
Il quale Fini, poche settimane dopo essersi chinato alle rivendicazioni del suo partito, si è subito ringalluzzito e ha colto l'occasione per maramaldeggiare, prendendosela non solo con i dirigenti 'birichini', ma azzerando addirittura l'intera classe dirigente. Il sollevamento dall'incarico dei coordinatori regionali, peraltro, appare anche un modo indiretto per prendersi una vendetta sul coordinatore della Puglia, Alfredo Mantovano, il dirigente che con più forza e dignità aveva contestato la deriva ideale e morale di Fini.
Gianfranco, che altre sorprese ci riservi?
Nella pagina delle lettere il commento di un collaboratore a questo contrappunto
La citazione “Quos Deus perdere vult, dementat prius (Quelli che Dio vuole mandare in perdizione, prima li fa istupidire)" (da un epigramma di Euripide)