articolo di riferimento: Chi sale e chi scende
Credo che nell'articolo dedicato a chi sale e chi scende ci si sia dimenticati di ricordare tra i perdenti il primo cittadino italiano: il Presidente della Repubblica Ciampi. Si tratta di una dimenticanza comune, poiché nei diversi articoli pubblicati in questi giorni nessuno lo cita. Eppure, onore ed oneri: Primo cittadino, primo perdente.
Infatti, il Presidente domenica scorsa si è recato a votare.
Qualcuno potrebbe obiettare che, se non fosse andato a votare, si sarebbe schierato per l'astensione e quindi avrebbe assunto una posizione di parte. E il Presidente deve essere super partes. Fermo quanto ampiamente e puntualmente scritto sulle pagine anche di questo giornale sulla legittimità giuridica e morale dell'astensione, alla predetta obiezione è facile rispondere che andando a votare il Presidente ha assunto la posizione dei referendari e non quella degli astensionisti (che poi erano il 75% del Paese). Ancora è facile obiettare che le altre due più alte cariche dello Stato, il Presidente del Senato Pera e il Presidente della Camera Casini, non sono andati a votare. Non per questo hanno avuto meno senso delle istituzioni.
Ancora, ricordando che "Sulla vita non si vota", se il Presidente Ciampi avesse condiviso questo principio si sarebbe tranquillamente potuto astenere. Vi è sul punto l'illustrissimo precedente del re del Belgio, il quale si rifiutò di controfirmare la legge sull'aborto. Una posizione molto più forte - perché in quel caso si rifiutò addirittura di firmare una legge approvata dal Parlamento - e netta, perché afferma chiaramente l'idea della inviolabilità di alcuni principi.
Ancora: perché il Presidente è andato a votare la mattina di domenica, proprio come chiedevano i referendari? Per dare un "esempio"
Un ulteriore indizio che si sia trattato di una scelta di posizione è rappresentato dal fatto che con il Presidente ha votato anche la moglie. La signora Franca, se avesse condiviso le ragioni in favore della legge 40, ben si sarebbe potuta astenere, perché per lei non vi sarebbe nessuna presunta ragione istituzionale per recarsi alle urne. Ha votato in dissenso dal marito (che si sarebbe recato a votare obtorto collo...) o hanno voluto manifestare di condividere questa scelta?
In conclusione: il Presidente ha legittimamente scelto di andare a votare, ma credo sia corretto ricordare che il 75% delle persone non è stato d'accordo con questa scelta. Per una volta, il Primo cittadino non ha rappresentato gli Italiani.
Domenico Martino