articolo di riferimento Lo "scandalo" del Papa che soffre
(due giorni prima della scomparsa del Papa)
E' un articolo bellissimo, che mi ha emozionata, da cui vorrei prendere lo spunto per una riflessione.
Ho sempre trovato di cattivo gusto l'attacco portato da qualcuno al Papa per la sua malattia (resa pubblica, ricordiamolo, per volere suo e non di chissà quali manipolatori), un attacco che è arrivato al punto di chiederne le dimissioni.
Questo Papa ha dato tanto a tutti noi, in particolare ai giovani, amati in un modo particolare, tanto che siamo diventati i "papaboys" nei raduni per le Giornate della Gioventù svoltisi in tutto il mondo. Esperienze bellissime vissute con grande gioia e fraternità. Ad oggi siamo il frutto vivente di un piccolo seme gettato nel corso del suo pontificato. Il Santo Padre non si è risparmiato per noi, ci ha predicato con tatto, umiltà, ma anche con decisione, qual è il modo migliore per vivere la Fede cattolica ed essere messaggeri dei nostri valori.
Avere un Papa malato cosa vuol dire per noi? Significa forse non avere più una guida sempre visibile ai nostri occhi, pronta a rassicurare ogni nostro dubbio o paura?
Allora mi domando: dobbiamo avere sempre rassicurazioni tangibili, o possiamo portare a termine gli insegnamenti importanti senza necessità di sproni continui?
Bene, credo che come segno di riconoscenza al Santo Padre adesso noi giovani dobbiamo fare qualcosa per lui: cercare di pregare silenziosamente il Signore, come ci ha insegnato a fare, e chiedere ciò che è bene per lui, e non per noi. Dobbiamo ringraziare il Signore per averci dato la possibilità di avere nei nostri cuori un Papa eccezionale, che ora ha bisogno di noi, del nostro entusiasmo, della nostra voglia di dirgli grazie per averci fatto sentire tutti fratelli.
Il dispiacere nel vederlo così sofferente è indescrivibile, ma lui ci ha formati a sostenere le grandi prove, ci ha chiamati a testimoniare una Fede che proprio in questi momenti deve essere forte e mai vacillare.
Allora stringiamoci noi intorno a lui, e speriamo che la nostra silenziosa preghiera possa dargli quella serenità e quella certezza che lo amiamo così come è, non come vorremmo che fosse.
Irene