La prima applicazione del marketing alla politica si deve senz’altro, in Italia, a Silvio Berlusconi.
Marketing – ce lo spiega in un altro articolo, in questo sito, Lorenzo Di Muro ‑ non significa solo pubblicità; quella, in politica, c’è sempre stata, si chiamava “propaganda”. Berlusconi, attingendo alla sua esperienza di imprenditore, ha però introdotto i principî del marketing in maniera ampia. Ciò lo rende un innovatore o un pericoloso manipolatore?
Da una parte, non possiamo negare che il Cavaliere non è solo immagine, ma anche progetto politico (come riconoscono indirettamente coloro che lo accusano di liberismo). Ma, dall’altra, non possiamo negare che a volte egli si fa forza della sua immagine per forzare o eludere certi problemi.
Quello se Berlusconi sia o meno un manipolatore, però, è un falso problema. Sulla strada dell’uso più o meno spregiudicato del marketing, infatti, è ormai stato imitato quasi da tutti. Dobbiamo uscire dall’equivoco di ridurre la politica italiana ad uno scontro pro o contro Berlusconi. Questo equivoco è alimentato sia da coloro che santificano il leader di Forza Italia, sia da coloro che ne fanno il bersaglio preferito, soprattutto in una certa sinistra radicale. Questi ultimi lo criticano a prescindere, anche perché sono mossi da una certa invidia, si sentono superati da qualcun altro nell’utilizzo di tecniche “manipolative”…
La sinistra che contesta l’utilizzo dei mezzi di comunicazione da parte di Berlusconi, per esempio, non lo fa ‑ purtroppo ‑ per aumentare il pluralismo (obiettivo che sarebbe meritorio), bensì per creare un proprio monopolio: è la stessa sinistra che negli anni ha pazientemente ‘occupato’ la Rai, le redazioni di molti grandi giornali, il mondo dello spettacolo. È la stessa sinistra che nel 2001, per scegliere il candidato premier da opporre a Berlusconi (Rutelli), si è affidata… ad un sondaggio! E proprio il popolo di sinistra, alle ultime elezioni europee, ha ricoperto con una valanga di voti… Lilli Gruber e Michele Santoro! Qualcuno ci sa dire se la Gruber è stata preferita ad altri politici (di destra, di centro, ma anche di sinistra) per meriti politici o di immagine? Ci sembra che con questa elezione si sia andati molto oltre, seguendo una strategia di mera apparenza (neanche di marketing, che è una cosa più seria).
Se poi vogliamo citare un politico affermato: qualcuno ci sa indicare se un Veltroni si basa più su idee concrete (?) o sull’immagine?
Chi voglia davvero andare al di là delle apparenze, deve andare oltre la guerra tra personaggi, tornare a parlare dei problemi concreti, cercare le forze politiche e gli uomini (ve ne sono in tutti gli schieramenti) che li affrontano con coraggio. Ma sappiamo riconoscerli? O dedichiamo più tempo a tenerci aggiornati sui nuovi modelli di telefono cellulare?
Il fatto è che la libertà e le conquiste sociali non sono diritti acquisiti per sempre, ma vanno continuamente difese dai cittadini: non basta additare il Grande Manipolatore di turno per liberarsi dalla ‘fatica’ di essere informati, attenti, consapevoli. Una ‘fatica’ a cui noi non vogliamo sottrarci.