2) "Il governo Bush ha 'risparmiato' sulla prevenzione, omettendo di rinforzare adeguatamente gli argini delle dighe che circondano New Orleans". Peccato che l'argine che ha ceduto fosse proprio quello appena rinforzato... Per capire quanto sia strumentale questo tipo di critiche. basta mettere a confronto due opinioni del New York Times (il più importante quotidiano liberal):
“Chiunque abbia a cuore una spesa pubblica responsabile e la salvaguardia dei fiumi e delle zone paludose d’America dovrebbe prestare attenzione a una legge che ora è in Senato (…) c’è uno spreco di 2,7 miliardi di dollari per mettere a posto il Mississippi.(…) Questa è una pessima legge”. (editoriale del New York Times del 13 aprile 2005)
“La nazione chiederà presto perché gli argini di New Orleans erano così inadeguati (…) Perché il Congresso, prima di andare in vacanza, stava tagliando il budget destinato a sistemare gli argini?”. (editoriale del New York Times del 1 settembre 2005)
Ogni commento è superfluo!
3) "Il pericolo dell'uragano è stato sottovalutato dal governo Bush". Il problema è che in questi casi non c'è mai la certezza dell'entità del pericolo, per cui la gente è portata a pensare che possa trattarsi di un'esagerazione, di un falso allarme (anche perché un'evacuazione è sempre un'avventura, c'è la paura di lasciare la propria casa in mano agli sciacalli, ecc.). In ogni caso, il pericolo non è stato sottovalutato: l'allarme c'è stato, è scattato con molti giorni di anticipo, è stato insistente, ha consentito la salvezza di milioni di persone. Molti non hanno voluto rispettare gli ordini. Si tenga conto, poi, che l'uragano ha colpito un'area di 233 mila chilometri quadrati, quasi quanto l'Italia. Un anno prima la Fema (la protezione civile americana), il governatore e il sindaco di New Orleans avevano fatto un'esercitazione prevedendo un fenomeno meno violento, e le previsioni parlavano di 61.290 morti (24.250 solo a New Orleans) e più 384.000 feriti. I danni e i lutti di Katrina, pur drammatici, sono stati molto minori, a dimostrazione che un grande sforzo è stato fatto.
4) "Il piano di evacuazione e i soccorsi non hanno funzionato". E' stata senza dubbio insufficiente l'assistenza a quanti avrebbero voluto scappare e non hanno potuto farlo per mancanza di un mezzo proprio: ma la colpa principale non è stata di Bush, bensì della governatrice della Lousiana e del sindaco di New Orleans (per inciso, esponenti del partito democratico). Nel Stati Uniti, infatti, i poteri di ordine pubblico - e l'uso della Guardia Nazionale - sono di spettanza dei singoli Stati e delle amministrazioni locali, non del Governo federale. Bush aveva chiesto per tempo che l'evacuazione fosse affidata a Washington, ma ricevette un rifiuto. Stesso discorso per le prime fasi dei soccorsi. E' quindi fuori luogo l'ironia di alcuni spiritosi nostrani sul fatto che Bush stesso sarà a capo della commissione che dovrà indagare sulle inefficienze: queste non sono prevalentemente addebitabili a lui (inizialmente era stato difeso pure da Bill Clinton, ma si sa, la politica...).
5) "Persino Bush ha ammesso le proprie colpe, chiedendo scusa". Bush non può certo affermare che tutto è filato a meraviglia. Ma si è assunto la responsabilità delle inefficienze "nei limiti in cui siano attribuibili al Governo federale".
6) "Nei soccorsi non c'erano soldati a sufficienza perché la Guardia Nazionale della Louisiana è interamente impegnata in Iraq". In realtà meno di un terzo degli effettivi della Guardia Nazionale si trovano in Iraq. In pochi giorni, per i soccorsi, sono stati mobilitati ben 50.000 militari.
7) "I più colpiti sono stati i poveri e i neri, a testimonianza che gli Stati Uniti sono un Paese razzista, con angoli di Terzo Mondo". In tutto il mondo, purtroppo, le catastrofi colpiscono di più chi è meno attrezzato ad affrontarle; e la maggior parte degli sfollati che abbiamo visto sono neri perché New Orleans è una città a grande maggioranza popolata da gente di colore. Ma perché nessuno ha accusato di essere un Paese razzista la Francia, dove in pochi giorni hanno preso fuoco (dolosamente?) tre caseggiati popolati da immigrati, con decine di vittime?
8) "Anche gli Americani condannano l'incapacità di Bush, la sua popolarità è ai minimi". L'indice di popolarità di Bush (per quello che valgono questi sondaggi sempre mutevoli) è intorno al 40%, percentuale simile a quella che gli veniva attribuita poco prima delle elezioni... (stiamo parlando di quella stessa campagna elettorale in cui tutti sostenevano che Kerry avesse 'vinto' i confronti televisivi tre a zero...). Ma quanto ciò abbia poco a che vedere con il giudizio che gli Americani hanno sulla vicenda specifica dell'uragano, lo dimostra un sondaggio della Gallup: quelli che attribuiscono responsabilità a Bush sono il 13%!