il sottosegretario all'Economia, Paolo Cento
E’ arrivato il Governo “Prodi II”, il Governo della moralizzazione, il Governo “serio e competente” e… oplà: 102 poltrone (e strapuntini) ministeriali, record assoluto! Battuto il precedente “Andreotti VII”, che con i suoi 101 membri di governo era stato additato per anni come esempio del peggior clientelismo della Prima Repubblica.
Ricordate le invettive che il centrosinistra, quando era all’opposizione (qualche mese fa, mica preistoria), lanciava contro “l’occupazione del potere, i conflitti d’interessi, la bramosia di poltrone delle destre al Governo”?
Tanta indignazione evidenziava – se non la famigerata “diversità” cui non crede più nessuno, vista anche l'abilità a spartirsi poltrone nelle Giunte regionali rosse – almeno un impegno preciso a cambiare registro… e forse anche a questo impegno hanno prestato fede gli elettori che hanno deciso – sia pure sul filo di lana – un cambio di maggioranza.
Vogliamo essere più precisi? Nel 2001 Massimo D’Alema, estraendo a Porta a Porta il programma dell'Ulivo, proclamava: «Guardi qua, dottor Vespa, le leggo la tesi numero nove: "Ridurre i ministeri e i ministri"». A Governo Berlusconi appena insediato, Rutelli lamentò: «avevano promesso semplificazione e invece c'è una gran confusione, con la moltiplicazione delle poltrone da spartire per accontentare tutti ». E Di Pietro: «Per soddisfare gli appetiti di partiti e correnti è stata stravolta la riforma Bassanini aumentando il numero dei ministeri. Il che lascia facilmente prevedere che cosa accadrà, con l'infornata di sottosegretari!». Oggi Berlusconi fa la figura del dilettante. La sinistra ha avuto bisogno anche di un decreto per modificare la legge che definiva il numero dei ministeri, “spacchettandoli”.
L’incoerenza è il prezzo da pagare per un’efficace azione di governo?
Chiediamolo ad Eugenio Scalfari, il quale intitola il suo fondo domenicale su La Repubblica dell'11-6-2006: "Le poltrone aumentano, ma cala il consenso". Dove si legge, tra l'altro: "il governo Prodi sta dando, almeno per ora, un'immagine di sé scomposta, sciancata, mediocre".
Possiamo almeno dire che l’Unione ha assegnato queste poltrone a persone oneste e competenti?
Beh, se guardiamo la squadra di governo, vediamo poche persone davvero competenti, e molti politici di lungo corso. Non vogliamo scadere nella retorica dei “tecnici”: per competenza intendiamo quella politica, la chiarezza di idee, la conoscenza di una materia, la capacità di fissare gli obiettivi per la crescita sociale. Intendiamo però una competenza vera, non approssimativa, all’altezza di un ministro della Repubblica.
Che competenza ha – tanto per fare un esempio – Giovanna Melandri su sport e tematiche giovanili (o su qualsiasi altro tema…)? Quella di essere già stata – non rimpianta - ministro con delega allo Sport dal 1998 al 2001? E’ una coazione a ripetere?
E che razza di curriculum è quello esibito – sul sito del Governo – dal neoministro della Solidarietà sociale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero? Leggiamo: “Istituto tecnico industriale; attività nell'ambito di partito politico – dirigente”. Nove parole, settantuno caratteri. Eccesso di sintesi, di modestia o… di incompetenza? Qualcuno pensa che per elaborare politiche di solidarietà basta avere animo sensibile?
Il caso più eclatante è forse quello di Paolo Cento, soprannominato “er Piotta”, ecologista, no global, paladino dei centri sociali, ed ora… sottosegretario all’Economia! Quale peccato deve scontare Padoa Schioppa per essere affiancato da questo tipo di ‘statisti’?
Qualcuno potrebbe certamente replicare questo ‘gioco’ con qualche ministro del precedente Governo. Ma se la linea di difesa è “non siamo molto peggio degli altri”, vorremmo che ci fosse risparmiata la tronfia retorica della “competenza” e della “serietà”.
Se poi guardiamo alle semplici poltrone di parlamentare, non abbiamo che l'imbarazzo della scelta nel trovare persone nelle quali, oltre l'indubbia competenza, emerge il legame familiare con i potenti della sinistra: le mogli di Fassino, Bassolino e Bassanini, il fratello di Pecoraro Scanio, ecc.
“Competenti” si può anche diventare, e a sinistra ne sanno qualcosa. Ricordate la mirabile ascesa di Chicco Testa? Presidente di Legambiente (l’associazione ambientalista vicina ai DS), quindi parlamentare e, nel 1994, catapultato alla presidenza (non politica, ma gestionale) dell’ACEA, la municipalizzata romana che gestisce acqua ed elettricità, e che già allora aveva migliaia di dipendenti e fatturava centinaia di miliardi di lire. Un incarico da manager, con stipendio “adeguato”. Fatta questa “esperienza” (a quanti giovani in cerca di lavoro piacerebbe fare esperienza così…), nel 1996 era pronto per essere presidente di giganti internazionali come ENEL e WIND!
Qual è il prossimo “manager” o “statista” in rampa di lancio?