Joseph Ratzinger - Benedetto XVI
Gesù di Nazaret. Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione - vol. II
Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2011
“Il Papa ha scritto un nuovo libro”.
“Ah, bene, dev’essere interessante, non appena ho un po’ di tempo cercherò di leggerlo”.
Questo colloquio immaginario (o forse no) illustra un certo tipo di accoglienza che il pubblico ha riservato alla recente fatica di papa Benedetto XVI, il nuovo libro su Gesù: un’accoglienza attenta, visto che si tratta di un’opera divenuta subito best seller; un’accoglienza che però rischia di non cogliere appieno l’importanza fondamentale di questo testo.
Viviamo infatti nella società della comunicazione, in cui siamo storditi da un profluvio di messaggi, informazioni, libri, ecc. Questa sorta di bulimia comunicativa, anche telematica, ha l’indubbio vantaggio di poter offrire alla quasi totalità delle persone – almeno nei Paesi sviluppati - ciò che un tempo era privilegio di pochi: l’accesso alle fonti di conoscenza.
Attenzione, però: avere accesso teorico alle fonti non significa acquisire effettivamente la conoscenza. L’eccesso di informazioni può provocare – appunto – stordimento, può distrarci con ciò che è secondario, di fruizione facile e immediata.
Il rischio è di snobbare le opere davvero fondamentali, i classici del pensiero – anche religioso -, in favore di lavori curiosi ma effimeri.
Anche nella comunicazione religiosa ed ecclesiale si corre un tale rischio: sono accessibili non solo i testi sacri, ma pure le opere di grandi santi e padri della Chiesa, i documenti del Magistero (dei Concilî, dei Papi - quello attuale come quelli passati -, degli organi della Curia romana, degli episcopati locali). Per chi è attivo in strutture e movimenti ecclesiali non mancano poi documenti sinodali, materiale di lavoro pastorale, ecc.
Il rischio di prescindere dagli scritti davvero fondamentali si traduce, soprattutto in una società che sa di essersi sviluppata da una matrice cristiana, in quello di dare per scontato e acquisito ciò che invece può residuare solo come debole eco, anche se è di importanza fondamentale: le ragioni per credere, ciò in cui credere.
È un rischio che corre il non credente, il quale si è spesso formato una sua convinzione – un suo pregiudizio – sulla base del sentito dire, di un’immagine deformata della fede, magari acquisita in esperienze personali tutto sommato marginali (la scuola religiosa di cui non si conserva un buon ricordo, il sacerdote burbero) o sotto l'influenza di polemiche antireligiose e anticlericali: notizie denigratore sulla Chiesa presentate ad arte da certi organi di informazione, campagne ideologiche pseudoscientifiche, ecc.
È un rischio che corre allo stesso modo il credente: anch’egli può essersi costruito una fede che è un travisamento del messaggio evangelico, e questo travisamento è coltivato e alimentato selezionando accuratamente – nella mole di materiale religioso disponibile – ciò che rafforza le proprie opinioni. Magari autoconvincendosi di essere depositarî della vera fede, di una fede “adulta”, che sarebbe “tradita” dal Magistero della Chiesa…
Papa Benedetto XVI è ben conscio di questi pericoli, e non può certo essere 'accusato' di proporre fiumi di parole e di carta a getto continuo...
Già da cardinale, infatti, denunciava un eccesso di burocrazia di molti organismi ecclesiastici, sia della Curia vaticana sia delle Chiese locali; lamentava che questi organismi producevano troppi documenti, a volte quasi per giustificare la propria esistenza, senza preoccuparsi di quanto fossero realmente recepiti dal popolo di Dio e dalla società.
Oggi, da Papa, ha ridotto appuntamenti, discorsi, viaggi, documenti ufficiali, cercando di attirare l’attenzione sulla profondità e la concretezza dei contenuti.
Tralasciando i documenti su aspetti particolari che regolano liturgia, vita ecclesiale, ecc., e volendo soffermarsi su documenti e opere che affrontano in maniera più vasta i temi della fede, in sei anni di pontificato ha pubblicato solo tre encicliche: Deus caritas est, Spe salvi, Caritas in veritate.
Ha voluto inoltre utilizzare uno strumento non “magisteriale” - cioè non ufficiale -, quello dei libri, per affrontare alcuni grandi temi di interesse del vasto pubblico di credenti e non credenti.
Con il libro-intervista Luce del mondo, ha offerto una riflessione sulla vita della Chiesa e sullo stato della fede nel mondo contemporaneo.
Con i libri sulla figura e il messaggio di Gesù, papa Ratzinger è voluto andare al cuore della fede cristiana: che non è un insieme di precetti morali, ma innanzitutto l’incontro con una Persona.
La figura di Cristo, negli ultimi decenni, è stata passata al setaccio dalla ricerca “storico-critica”, che ha messo in luce numerosi aspetti importanti.
Questa prospettiva ha però finito con l’offuscare la vera immagine – storica e concreta, non oleografica – di Gesù.
La fiugura che offrono i Vangeli è stata messa in discussione non perché siano emerse vere incongruenze, ma perché la prospettiva esclusivamente storico-critica si è dispersa in una serie di aspetti secondarî, che non consentono di apprezzare a tutto tondo il fascino di quella figura. O perché quella prospettiva si è cimentata in una serie di ipotesi non dimostrate e contraddittorie, alla fine proiezione delle idee degli autori, le quali hanno però creato confusione, in quanto presentate come dati acquisiti nella volgarizzazione che hanno fatto molti media.
Nel primo volume di Gesù di Nazaret, che presentava la vita pubblica e la predicazione di Cristo, il Papa ha cercato di spiegare che la figura di Gesù come emerge dai Vangeli “è molto più logica e dal punto di vista storico anche più comprensibile delle ricostruzioni con le quali ci siamo dovuti confrontare negli ultimi decenni”.
Il nuovo volume, che esce a distanza di quattro anni, ha per sottotitolo “Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione”. Affronta, in sostanza, il cuore dell’annuncio cristiano: Dio ha tanto amato il mondo da offrire la vita di Suo Figlio; e la risurrezione di Questi è promessa – e al tempo stesso certezza – della salvezza offerta a tutti gli uomini.
Il libro del cardinal Ratzinger – papa Benedetto XVI è una guida penetrante alla conoscenza dell’Uomo che ha cambiato la storia. Anche se l’autore non impegna la sua autorità di Pontefice, la sua enorme e riconosciuta statura teologico-culturale rende quest’opera illuminante, e quindi fondamentale per chiunque abbia curiosità intellettuale o desiderio di interrogare la propria esistenza. Si tratta peraltro di un testo scritto con linguaggio accessibile ai non specialisti, anche se ovviamente richiede disponibilità ad una lettura attenta e meditata.
Il Papa ha già preannunciato che l’opera si concluderà con una terza parte, dedicata ai racconti dell’infanzia di Gesù. Capitolo conclusivo di una trilogia che già si pone come architrave del pensiero e dell'esperienza religiosa moderni.