PRIMA PAGINA
faq
Mappa del sito
Temi caldi
Temi caldi
Notizie
Attualità
Politica
Economia
In Europa
Nel Mondo
Contrappunti
Intorno a noi
Città e Quartieri
La Regione
Religione
Notizie e commenti
Cattolici e politica
Documenti ecclesiali
Link utili
Cultura
Libri
Cinema
Musica
Fumetti e Cartoni
Teatro
Arte ed eventi
Storia
Scienze e natura
Rubriche
Focus TV
Sport
Mangiar bene
Salute
Amore e Psiche
Soldi
Diritti
Viaggi e motori
Tecnologia
Buonumore
Login Utente
Username

Password

Ricordami
Dimenticata la password?
Indicizzazione
Convenzioni


Arte - Luoghi, artisti, opere
Sagrada Familia: capolavoro dell'arte e della fede Stampa E-mail
Una guida allo stupefacente edificio, consacrato (anche se ancora in costruzione) da Benedetto XVI
      Scritto da Sandro Magister
05/11/10
Ultimo Aggiornamento: 14/11/10

Domenica 7 novembre a Barcellona, il Papa [ha consacrato] – celebrandovi per la prima volta la messa – la basilica della Sagrada Família, lo stupefacente capolavoro d'arte cristiana ideato dal geniale architetto Antoni Gaudí, di cui è in corso la causa di beatificazione.

Impossibile non leggere in questo gesto del Papa un messaggio. La Sagrada Família è una lezione di eccezionale potenza per l'arte sacra di oggi: l'esatto opposto di tante moderne derive verso geometrie nude e vuote nelle quali il mistero cristiano si perde invece che farsi guardare e vivere.

Iniziata più di un secolo fa e proseguita tra alti e bassi dopo la morte nel 1926 del suo ideatore, la costruzione di questa immensa basilica è ancora lontana dall'essere completata. Ma già accorrono ogni anno a vedere il suo cantiere due milioni e mezzo di visitatori. Dal maestro ai discepoli, questa chiesa cresce con una coralità di apporti e di stili che ricorda le cattedrali medievali.

La Sagrada Família è un grandioso libro aperto. Un teatro fra terra e cielo nel quale tutte le arti si danno convegno per mettere in scena la storia sacra del mondo e trascinare tutti nell'avventura.

Gaudí e gli architetti ed artisti che ne hanno proseguito il progetto – da Lluís Bonet i Garí a Joan Vila-Grau, da Josep Maria Subirachs a Etsuro Sotoo – hanno creato un'opera così ricca di simboli da esigere tempo, competenza e passione anche semplicemente per leggerla.

Un'arte in più che questa basilica ha generato è proprio l'arte della sua interpretazione. In essa eccelle un gesuita italo-spagnolo, Jean-Paul Hernández, autore del più bel libro sinora pubblicato sui simboli e lo spirito della Sagrada Família, edito nel 2007 col titolo "Antoni Gaudí. La parola nella pietra".

Da questo libro sono riprese qui di seguito alcune suggestioni. Piccoli frammenti di un racconto immensamente più vasto, tra il divino e l'umano, destinato a rimanere sempre aperto come il cantiere che i visitatori scoprono a Barcellona.


LE TORRI

Le torri campanarie sono ciò che impressiona di più e subito chi per la prima volta si accosta alla Sagrada Família. Il visitatore ne vede oggi otto, quattro per ciascuna delle due facciate laterali. Ma in tutto dovranno essere diciotto: altre quattro sulla facciata principale; altre cinque sopra la crociera centrale, con la più alta dedicata a Cristo e le altre agli evangelisti; e infine una sopra l'abside, dedicata alla Madonna.

La forma affusolata delle torri ricorda l'architettura nordafricana di cui Gaudí era appassionato. Tese tra terra e cielo, suscitano una sensazione di slancio ma anche di discesa dall'alto. Sono le torri della nuova Gerusalemme che scende "dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo" (Apocalisse 21, 2).

Le dodici torri sopra le tre facciate sono dedicate ciascuna ai dodici apostoli. I dodici uniscono terra e cielo perché annunciando il Vangelo chiamano ad entrare nella nuova Gerusalemme. Sulla sommità, le dodici torri culminano con gli emblemi dei vescovi: la mitra, il pastorale, l'anello. Gli apostoli parlano e agiscono attraverso i loro successori.

Su ogni torre sono scolpite le parole "Sanctus" e, verso la cima, "Hosanna in excelsis". Sono le parole del canto che introduce la grande preghiera eucaristica, la liturgia della Chiesa terrena e celeste che si celebra in ogni messa.

Per le torri centrali, ancora da costruire, il richiamo è al Cristo Pantokrator, quello che domina i mosaici absidali di tante chiese antiche. Come nella visione dell'Apocalisse, al Pantokrator fanno corona "i quattro viventi", gli evangelisti, i testimoni della rivelazione divina, dell'apertura dei cieli. Ma il segno di Cristo qui non è il trono. È la croce, la grande croce con al centro l'agnello che sovrasterà la torre centrale e più alta, la croce gloriosa e regale del Vangelo di Giovanni.


LE FACCIATE

Gaudí avrebbe voluto orientare la chiesa verso il sole che sorge. Non gli fu possibile: la Sagrada Família è sorta sull'asse nord-sud. Ma in compenso egli ideò la due facciate laterali, ai due capi del transetto: quella a oriente dedicata alla Natività e quella a occidente dedicata alla Passione. Se Cristo è il "sole di giustizia" e "il giorno che il Signore ha fatto" (Salmo 118, 24), allora entrare nella basilica e partecipare alla liturgia è vivere "in" questo giorno.

Nelle basiliche paleocristiane è frequente trovare raffigurate, ai due lati dell'arco che introduce allo spazio dell'altare, le città di Betlemme e di Gerusalemme. È così, ad esempio, a Roma nella basilica di Santa Maria Maggiore. Esse sono le città dei due "passaggi", delle due "passioni" della vita di Cristo. Perché anche la sua nascita, a Betlemme, è nel segno della passione: è l'eterno che si fa mortale e si fa deporre nella mangiatoia per essere "mangiato".

Così  Gaudí, con le due facciate sulla Natività e la Passione, interpreta anche la Chiesa come "passaggio". Mentre il sole che è Cristo passa attraverso la Sagrada Família da oriente a occidente, dalla nascita alla morte redentrice, la città degli uomini – a cominciare da Barcellona situata prevalentemente a ovest della basilica – è chiamata a fare il cammino inverso, dalla morte alla nuova nascita.


IL PORTALE DELLA PASSIONE

Infatti, come gioioso, esuberante, luminoso è il portale della Natività, così Gaudí volle che il portale della Passione fosse "duro, pelato, come fatto di ossa".

Realizzata e scolpita dopo la sua morte sulla base dei suoi disegni ma anche con audaci innovazioni, la facciata della Passione materializza la visione in cui Ezechiele vede una distesa di ossa che il soffio dello Spirito fa ricoprire di tendini e di carne. Al popolo esiliato il profeta annuncia: "Vi resusciterò dai vostri sepolcri. Farò entrare in voi il mio Spirito e rivivrete". L'intera passione si conclude infatti nel momento in cui Gesù sulla croce esala lo Spirito vivificante.

Al centro della facciata, in alto, troneggia il gruppo della crocifissione. Cristo è nudo come lo era Adamo, perché è il nuovo Adamo che sulla croce ricrea l'uomo com'era prima del peccato, nel sesto giorno della creazione antica e nuova, quando può finalmente dire: "Tutto è compiuto".

Cristo non appoggia il suo corpo sulla croce. Questa non si erge in verticale dietro di lui. Sbuca dal muro in orizzontale ed è costituita da due travi di ferro. Cristo vi è appeso come all'argano di un cantiere edile. Subirachs, l'autore della scultura, ha detto di essersi ispirato a sant'Ignazio di Antiochia: "Voi siete pietre del tempio preparate per la costruzione di Dio Padre, elevate con l'argano di Gesù Cristo che è la croce, usando come corda lo Spirito Santo" (Lettera agli Efesini 9, 1).


LE COLONNE

La Sagrada Família è interamente circondata da un chiostro, per la prima volta nella storia dell'architettura cristiana. Gaudí pensò l'interno del chiostro come il giardino nel quale Dio e l'uomo possono incontrarsi faccia a faccia, quel giardino che nella Bibbia è immagine del paradiso, della terra promessa e infine delle nozze tra Cristo e la Chiesa.

Perciò Gaudí ideò l'interno della basilica come una foresta di alberi. Perché è lì il giardino della nuova creazione, con l'eucaristia che fa da banchetto nuziale. Ogni colonna è a forma d'albero con i suoi rami e le fronde. Sopra la navata, colorati pinnacoli rappresentano i frutti della terra promessa, alternati all'uva e al grano, simboli dell'eucaristia.

Il deserto è fuori da questo giardino, è la città degli uomini ancora segnata dal peccato. Per Gaudì, anche Barcellona era deserto. Avanti negli anni, si fece "monaco nella città", con una vita di una semplicità disarmante, in una casetta a ridosso del cantiere. Ma ogni giorno la Sagrada Família cresceva di nuove pietre e lui, costruttore e profeta, gridava alla sua città che la nuova creazione è già iniziata, che il deserto inizia a fiorire.


P.S.: Degne di nota anche le risposte che Benedetto XVI ha dato ai giornalisti durante il volo che lo conduceva in Spagna.

D. – Quale significato può avere la consacrazione di un tempio come la Sagrada Família all’inizio del secolo XXI? E c’è qualche aspetto specifico della visione di Gaudí che l’ha colpita in particolare?

R. – In realtà, questa cattedrale è anche un segno proprio per il nostro tempo. Trovo nella visione di Gaudí soprattutto tre elementi.

Il primo, questa sintesi tra continuità e novità, tradizione e creatività. Gaudí ha avuto questo coraggio di inserirsi nella grande tradizione delle cattedrali, di osare di nuovo, nel suo secolo – con una visione totalmente nuova – questa realtà: la cattedrale luogo dell’incontro tra Dio e l’uomo, in una grande solennità; e questo coraggio di rimanere nella tradizione, ma con un creatività nuova, che rinnova la tradizione e dimostra così l’unità della storia e il progresso della storia, è una cosa bella.

Secondo. Gaudí voleva questo trinomio: libro della Natura, libro della Scrittura, libro della Liturgia. E questa sintesi proprio oggi è di grande importanza. Nella liturgia, la Scrittura diventa presente, diventa realtà oggi: non è più una Scrittura di duemila anni fa, ma va celebrata, realizzata. E nella celebrazione della Scrittura parla la creazione, parla il creato e trova la sua vera risposta, perché, come ci dice san Paolo, la creatura soffre, e, invece di essere distrutta, disprezzata, aspetta i figli di Dio, cioè quelli che la vedono nella luce di Dio. E così – penso – questa sintesi tra senso del creato, Scrittura e adorazione è proprio un messaggio molto importante per l’oggi.

E, infine – terzo punto – questa cattedrale è nata da una devozione tipica dell’Ottocento: san Giuseppe, la Sacra Famiglia di Nazareth, il mistero di Nazareth. Ma proprio questa devozione di ieri, si potrebbe dire, è di grandissima attualità, perché il problema della famiglia, del rinnovamento della famiglia come cellula fondamentale della società, è il grande tema di oggi e ci indica dove possiamo andare sia nella costruzione della società sia nella unità tra fede e vita, tra religione e società. Famiglia è il tema fondamentale che si esprime qui, dicendo che Dio stesso si è fatto figlio in una famiglia e ci chiama a costruire e vivere la famiglia.

D. – Gaudí e la Sagrada Familia rappresentano con particolare efficacia il binomio fede-arte. Come può la fede ritrovare oggi il suo posto nel mondo dell’arte e della cultura? È questo uno dei temi importanti del Suo pontificato?

R. – È così. Voi sapete che io insisto molto sulla relazione tra fede e ragione, che la fede, e la fede cristiana, ha la sua identità solo nell’apertura alla ragione, e che la ragione diventa se stessa se si trascende verso la fede. Ma ugualmente importante è la relazione tra fede e arte, perché la verità, scopo, meta della ragione, si esprime nella bellezza e diventa se stessa nella bellezza, si prova come verità. Quindi dove c’è la verità deve nascere la bellezza, dove l’essere umano si realizza in modo corretto, buono, si esprime nella bellezza. La relazione tra verità e bellezza è inscindibile e perciò abbiamo bisogno della bellezza. Nella Chiesa, dall’inizio, anche nella grande modestia e povertà del tempo delle persecuzioni, l’arte, la pittura, l’esprimersi della salvezza di Dio nelle immagini del mondo, il canto, e poi anche l’edificio, tutto questo è costitutivo per la Chiesa e rimane costitutivo per sempre. Così la Chiesa è stata madre delle arti per secoli e secoli: il grande tesoro dell’arte occidentale – sia musica, sia architettura, sia pittura – è nato dalla fede all’interno della Chiesa. Oggi c’è un certo “dissenso”, ma questo fa male sia all’arte, sia alla fede: l’arte che perdesse la radice della trascendenza, non andrebbe più verso Dio, sarebbe un’arte dimezzata, perderebbe la radice viva; e una fede che avesse l’arte solo nel passato, non sarebbe più fede nel presente; ed oggi deve esprimersi di nuovo come verità, che è sempre presente. Perciò il dialogo o l’incontro, direi l’insieme, tra arte e fede è inscritto nella più profonda essenza della fede; dobbiamo fare di tutto perché anche oggi la fede si esprima in autentica arte, come Gaudí, nella continuità e nella novità, e che l’arte non perda il contatto con la fede.

Pubblicato su http://chiesa.espresso.repubblica.it.
Le evidenziazioni in grassetto sono nostre.
Il sito ufficiale della basilica (nel quale è possibile anche effettuare donazioni): http://www.sagradafamilia.cat/

P.S. 2: Davide Rondoni, su Avvenire del 9 novembre, ha ricordato che la Sagrada Familia, "secondo la previsione di Gaudí, avrebbe attraversato attacchi, violenze, morte e incomprensioni, ma sarebbe stata ultimata da Giuseppe. E lui intendeva il padre della Sacra Famiglia.
Ma non è sfuggita né al cardinale di Barcellona nel suo saluto né al Papa stesso la singolare coincidenza che a consacrare questa opera vertiginosa e gentile è stato, dopo oltre un secolo, un vescovo di Roma che si chiama Joseph".



Giudizio Utente: / 7

ScarsoOttimo 




Ricerca Avanzata
Aggiungi questo sito ai tuoi preferitiPreferiti
Imposta questa pagina come la tua home pageHomepage
Agorà
Lettere e Forum
Segnalazioni
Associazionismo
Comunicati
Formazione
Dagli Atenei
Orientamento
Lavoro
Concorsi
Orientamento
Impresa oggi
Link utili
Informazione
Associazionismo
Tempo libero
Utilità varie
Link consigliati
Zenit.org
La nuova Bussola
   Quotidiana
Storia libera
Scienza e fede
Il Timone
Google
Bing
YouTube
meteo
mappe e itinerari
Google Maps e
  Street View
TuttoCittà Street
  View



Questo sito utilizza Mambo, un software libero rilasciato su licenza Gnu/Gpl.
© Miro International Pty Ltd 2000 - 2005