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LE PAROLE... E I FATTI
Dio è morto (firmato: Nietzsche)
Per ora è morto soltanto Nietzsche (firmato: Dio)
IL MANAGER
Un'azienda pensò che era giunto il momento di cambiare il proprio stile di gestione e assunse un nuovo Direttore Generale.
Questo arrivò deciso a trasformare tutto, fin dalle fondamenta, e far diventare l’azienda più redditizia.
Il primo giorno, accompagnato dai suoi due principali assistenti (assunti con lui), volle fare una ispezione approfondita in tutta l’azienda.
In magazzino tutti stavano lavorando alacremente, con la sola eccezione di un ragazzo che se ne stava appoggiato alla parete, mentre con le mani frugava nel portafoglio.
Vista immediatamente una buona opportunità di dimostrare la sua filosofia di lavorare votata al massimo della produttività, il Direttore, con aria di superiorità, chiese al ragazzo:
- Quanto guadagni al mese?
- Settecento euro, perché?
Rispose il ragazzo, senza capire il motivo di questa domanda.
Il Direttore tirò fuori dal proprio portafoglio 700 Euro e li diede al ragazzo, dicendo:
- Questo è il tuo stipendio di un mese. Adesso sparisci e non tornare mai più!!!!!!
Il ragazzo guardò il denaro, lo contò e se ne andò ubbidendo all’ordine ricevuto.
Il Direttore Generale a quel punto, gonfiando il petto, chiese a un gruppo di operai:
- Qualcuno di voi sa che cosa faceva qui quel tizio?
- Sissignore. (Risposero attoniti gli operai) Era venuto a portare le pizze!!!
APPROSSIMAZIONE
Per tutta la vita ho desiderato diventare qualcuno. Forse avrei dovuto essere più specifico.
DIETE
Cosa mangia un bambino cannibale a merenda?
L'ometto sbattuto!
PENSATE ALLA SALUTE !
Due disoccupati napoletani, subito dopo essere arrivati a Milano, vedono una targa sul portone di un palazzo, sulla quale è scritto: "Medicina del lavoro".
Allora uno si rivolge all'altro:
- Te l'agge ditt' ch'è 'na malatia!
PER AMOR DI PRECISIONE...
Una squadra di matematici deve misurare l'altezza dell'asta di una bandiera. Per misurarla hanno solo un metro a fettuccia, e divengono via via più frustrati perché questo cade sempre.
Passa un ingegnere, sente il problema, e procede rimovendo l'asta dal terreno, sdraiandola e misurandola così agevolmente.
Quando se ne va, un matematico dice all'altro: "Tipico da ingegnere! Abbiamo bisogno di sapere l'altezza, e questo qua ci dà la lunghezza!"
QUESTA PASSATECELA...
Perché un'arancia non va mai a fare la spesa?
Manda Rino !!!
"CORTESIE" ROMANESCHE
1 - C'hai 'n cervello tarmente piccolo che pe' uscì 'n'idea deve da fa' manovra
2 - C'hai er fisico da domatore de vongole!
3 - Sei tarmente brutto che quando sei nato t'hanno messo dentro 'n'incubatrice co' li vetri oscurati
4 - Sei tarmente basso che quanno piove sei l'urtimo a sapello
5 - Sei così zozzo che pe' lavatte nun te basta manco Ace Gentile: pe' te te ce vo' Ace Cafone!
6 - Sei tarmente brutto che quanno sei nato tu' madre ha detto: "Che tesoro!" e tu' padre "...ma allora lo potemo sotterrà?"
7 - Aoh, ma quella è 'a tu' rigazza o è una che sta a fa' volontariato?
8 - Sei tarmente brutto che l'ostestrica quanno sei nato 'nvece de dà 'no schiaffo a te, l'ha dato a tu' madre!
9 - Sei più brutto de l'Aurelia contromano
10 - Sei così brutto che le zanzare te pizzicheno co' l'occhi chiusi
11 - Sei tarmente grassa che tu' madre 'nvece de iscrivete all'anagrafe è dovuta annà ar catasto
12 - C'hai tarmente tanta forfora che a Natale te fanno er presepio sulla spalla
13 - Ma c'hai er riporto o t'hanno schierato li capelli a zona?
14 - Si t'acchiappo pe' le recchie, te sgrullo come 'n termometro
15 - Aoh, la natura farà pure brutti scherzi, ma certo che a te t'ha proprio messo 'n mezzo!
16 - C'hai tarmente tanta forfora in capoccia che li pidocchi te ce girano co' li doposci
17 - Sei così basso che pe' allacciatte le scarpe te devi da mette 'n piedi
18 - Sei tarmente basso che pe' allacciatte le scarpe devi arzà le braccia
NIENTE DI SPECIALE
Due mamme con la carrozzina si incontrano al parco.
- Bello questo bimbo, quanti mesi ha?
- Dieci mesi.
- Anche il mio, e oggi ha detto la sua prima parola.
Dall'altra carrozzina:
- E cosa ha detto?
SCEGLIERE IL PARTNER
A New York è stato appena aperto un nuovo negozio dove le donne possono scegliere e comprare un marito.
All'entrata sono esposte le istruzioni su come funziona il negozio: "Puoi visitare il negozio SOLO UNA VOLTA. Ci sono 6 piani e le caratteristiche degli uomini migliorano salendo.Puoi scegliere qualsiasi uomo ad un piano oppure salire al piano superiore. Non si può ritornare al piano inferiore".
Una donna decide di andare a visitare il negozio di mariti per trovare un compagno.
Al primo piano l'insegna sulla porta dice: "Questi uomini hanno un lavoro".
La donna decide di salire al successivo.
Al secondo piano l'insegna sulla porta dice: "Questi uomini hanno un lavoro e amano i bambini".
La donna decide di salire al successivo.
Al terzo piano l'insegna sulla porta dice: "Questi uomini hanno un lavoro, amano i bambini e sono estremamente belli".
“Wow!” pensa la donna, ma si sente di salire ancora.
Al quarto piano l'insegna sulla porta dice: "Questi uomini hanno un lavoro, amano i bambini, sono belli da morire e aiutano nei mestieri di casa".
“Incredibile” esclama la donna, “Posso difficilmente resistere!” Ma sale ancora.
Al quinto piano l'insegna sulla porta dice: "Questi uomini hanno un lavoro, amano i bambini, sono belli da morire, aiutano nei mestieri di casa e sono estremamente romantici".
La donna sta per entrare a sceglierne uno, ma poi decide di salire all'ultimo piano.
Sesto piano: "Sei la visitatrice n. 31.456.012 di questo piano, qui non ci sono uomini. Questo piano esiste solamente per dimostrare quanto sia impossibile accontentare una donna".
Di fronte a questo negozio è stato aperto un negozio di mogli dove gli uomini possono scegliere la propria donna.
Al primo piano ci sono donne che amano fare sesso.
Al secondo piano ci sono donne che amano fare sesso e non sono rompiscatole.
I piani dal terzo al sesto non sono mai stati visitati...
DEDUZIONE
Se la montagna viene da te e tu non sei Maometto…
corri, perché è una frana!
FALSO ALLARME
Napoli, un rapinatore sale su un autobus e grida:
“Fermi, questa è una rapina!”
Un signore si alza e dice:
“Maronna mia……che spavento! Pensavo fosse ‘o controllore!”
TEMPISMO
Il parroco di un piccolo paese festeggia il suo 25° anno di sacerdozio.
Inizia il suo discorso:
"Cari compaesani, ci sono diversi aneddoti che potrei raccontarvi per festeggiare questi anni trascorsi insieme.
Dovendo fare attenzione, ovviamente, a non infrangere il segreto confessionale, ho pensato di ricordare il mio stato d’animo quando sono arrivato nella vostra comunità: timore e imbarazzo, tant’è che mi domandai: ‘Ma dove sono finito?’
Già alla mia prima confessione, infatti, arrivò un fedele che mi confessò di aver tradito la moglie con più donne diverse..."
Dopo circa venti minuti arriva il Sindaco, si scusa per il ritardo, sale sul podio e inizia il suo saluto:
"Mi ricordo benissimo quando arrivò il nostro parroco. Ho avuto l'onore di essere il primo che lui ha confessato ..."
NOI C'ERAVAMO... (dedicato a chi è cresciuto negli anni ’70-’80. E ai più giovani che vogliono confrontare le proprie abitudini con quelle dei "fratelli maggiori")
- Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa.
- Noi che giocavamo per strada a 'Palla Avvelenata', ‘Quattro cantoni’, ‘Un-due-tre... stella!’.
- Noi che giocavamo regolare a 'Ruba Bandiera'.
- Noi che le femmine ci obbligavano a giocare a 'Regina reginella' e a 'Campana'
- Noi che ci divertivamo anche facendo 'Strega comanda color.'.
- Noi che non mancava neanche 'dire fare baciare lettera testamento'.
- Noi che a scuola andavamo con cartelle da due quintali.
- Noi che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta.
- Noi che a scuola ci andavamo da soli, e tornavamo da soli.
- Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma a casa te ne dava due.
- Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.
- Noi che i genitori si raccomandavano con gli insegnanti: "sia severo con mio figlio".
- Noi che internet non esisteva.
- Noi che le ricerche le facevamo sull’enciclopedia o in biblioteca, mica su Google.
- Noi che nelle ricerche non potevamo fare il copia-incolla.
- Noi che imparavamo le poesie a memoria.
- Noi che scrivevamo le dediche al ragazzo che ci piaceva sul diario di Linus.
- Noi che scrivevamo le lettere agli amici conosciuti in vacanza.
- Noi che leggevamo i fumetti (Topolino, supereroi, Tex).
- Noi che leggevamo i classici per ragazzi (i romanzi di Salgari e Verne, I ragazzi della via Paal, Piccole donne, Signorinette).
- Noi che quando starnutivi, nessuno chiamava l'ambulanza.
- Noi che i termometri li rompevamo, e le palline di mercurio giravano per tutta casa.
- Noi che facevamo la merenda con pane e pomodoro (o nutella o salame).
- Noi che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.
- Noi che, quando si era fatto troppo tardi, "chi segna vince".
- Noi che se passavamo la palla al portiere coi piedi e lui la prendeva con le mani non era fallo.
- Noi che “tre calci d’angolo è rigore”, “rigore su gol è gol, punizione su gol è punizione”.
- Noi che all'inizio delle partite il più svelto si preoccupava di gridare "ultimo ad andare in porta!" (e se non ci si metteva d'accordo giocavamo col 'portiere volante').
- Noi che quando i due capitani sceglievano i giocatori della loro squadra eravamo orgogliosi di essere scelti per primi, o umiliati di esserlo per ultimi.
- Noi che giocavamo a Subbuteo ed eravamo orgogliosi di avere le squadre con i colori più eleganti.
- Noi che ci sentivamo ricchi se a Monopoli avevamo “Parco Della Vittoria e Viale dei
Giardini”.
- Noi che giocavamo a fiori, frutta e città (e la città con la D era sempre Domodossola).
- Noi che con le 500 lire di carta ci venivano 10 pacchetti di figurine.
- Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l'album Panini.
- Noi che avevamo inventato cento modi per giocare con i doppioni delle figurine e risparmiare sull’acquisto dei pacchetti nuovi.
- Noi che duplicavamo le cassette e le ascoltavamo nel mangianastri.
- Noi che se ce lo potevamo permettere compravamo gli LP e i 45 giri in vinile.
- Noi che cambiavamo la puntina del giradischi.
- Noi che sapevamo che erano le 4 perché stava per iniziare BIM BUM BAM.
- Noi che abbiamo conosciuto Bonolis quando era ancora simpatico.
- Noi che potevamo guardare la televisione solo dopo aver fatto i compiti.
- Noi che non avevamo il telecomando.
- Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perché c'era Happy Days.
- Noi che avevamo in casa un televisore solo, e litigavamo col papà se vedere il telegiornale o Supergulp.
- Noi che avevamo i cartoni animati belli!!! (e non è solo nostalgia...)
- Noi che litigavamo su chi fosse più forte tra Goldrake, Mazinga e Jeeg Robot (Goldrake, ovvio..)
- Noi che guardavamo Candy Candy e ci innamoravamo di Terence (le femmine)
- Noi che guardavamo Candy Candy e non capivamo che cosa mai le femmine ci trovassero in quel Terence (i maschi)
- Noi che avevamo i telefilm belli!!! (e non è solo nostalgia...)
- Noi che guardavamo La Casa nella Prateria anche se metteva tristezza.
- Noi che guardavamo La famiglia Bradford.
- Noi che da bambini andavamo al cinema o al circo con i biglietti omaggio.
- Noi che abbiamo raccontato 1.500 volte la barzelletta del fantasma formaggino.
- Noi che i genitori si preoccupavano che andassimo a messa.
- Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.
- Noi che non avevamo il cellulare per andare a parlare in privato sul terrazzo.
- Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta da passare al compagno.
- Noi che si faceva la fila davanti alle cabine per telefonare (e per i telefoni più vecchi bisognava usare il gettone).
- Noi che quando ritiravi le foto dal fotografo eravamo curiosi di vederle
- Noi che le palline di Natale erano di vetro e si rompevano.
- Noi che al nostro compleanno invitavamo tutti, ma proprio tutti, i nostri compagni di classe.
- Noi che avevamo paura che qualche amico non venisse, ma poi c’erano tutti.
- Noi che facevamo il gioco della bottiglia tutti seduti per terra.
- Noi che alle feste stavamo sempre col manico di scopa in mano.
- Noi che ricevere un regalo era un evento che ci entusiasmava.
- Noi che per la Prima Comunione ci regalavano le penne placcate oro.
- Noi che se guardavamo tutto il film delle 20,30 eravamo andati a dormire tardissimo.
- Noi che indossavamo le maschere di carnevale fatte in casa.
- Noi che se ci compravano una maschera di carnevale era quella da cow boy, Zorro, damigella.
- Noi che guardavamo film dell'orrore anche se avevamo paura.
- Noi che giocavamo a calcio con le pigne.
- Noi che le pigne ce le tiravamo pure.
- Noi che giocavamo con le ‘cerbottane multiple’.
- Noi che fabbricavamo con una tavola, chiodi e mollette i ‘lanciaelastici’.
- Noi che facevamo nella pozzolana le piste per le biglie.
- Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.
- Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo sempre sorridenti.
- Noi che il bagno si poteva fare solo dopo le 4.
- Noi che sapevamo a memoria la formazione della nostra squadra del cuore (perché i titolari erano undici).
- Noi che ricordiamo con commozione “Zoff Gentile Cabrini Oriali Collovati Scirea Conti Tardelli Rossi Antognoni Graziani. Allenatore Bearzot”.
- Noi che 'Disastro di Cernobyl' voleva dire che non potevamo bere il latte alla mattina.
- Noi che compravamo le uova sfuse, e la pizza alta un dito, con la carta del pane che si impregnava d'olio.
- Noi che dopo i dodici anni avevamo la paghetta di 5.000 lire a settimana “tutto compreso”.
- Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.
- Noi che avevamo gli stivali di gomma per giocare nelle pozzanghere.
- Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.
- Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
- Noi che fabbricavamo i go-kart con le tavole e i cuscinetti a sfera.
- Noi che mettevamo le carte da gioco con le mollette sui raggi della bicicletta.
- Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.
- Noi che “se ti faccio fare un giro con la bici nuova non devi cambiare le marce”.
- Noi che passavamo ore a cercare i buchi sulle camere d'aria mettendole in una bacinella, e ci sentivamo ingegneri quando riparavamo quei buchi col tip-top.
- Noi che il Ciao si accendeva pedalando.
- Noi che facevamo a gara a chi masticava più Big Babol contemporaneamente.
- Noi che tornavamo a casa solo quando la mamma ti chiamava dal terrazzo.
- Noi che la mamma ci metteva le toppe sui gomiti dei maglioni quando
diventavano lisi.
- Noi che il primo novembre era 'Tutti i Santi', mica Halloween.
- NOI...CHE FORTUNA ESSERCI STATI!!!
GERARCHIA DI VALORI
Un pediatra riceve a casa una telefonata:
- Dottore, il nostro bambino ha ingoiato un paio di forbicine!
Presto, venga, non sappiamo come fare!
- Arrivo subito! Intanto chiamate un'ambulanza.
Passa un minuto e il medico riceve un'altra chiamata:
- Dottore, stia pure comodo: allarme rientrato!
- Cosa è successo?
- Abbiamo trovato un altro paio di forbici!
QUANDO SI CAMBIA UN PANNOLINO
Il pannolino può essere cambiato per tre ragioni:
a) perché lo dice la mamma;
b) perché lo dice la suocera;
c) perché il bimbo ha fatto la cacca.
Naturalmente il gesto perde, nei primi due casi, gran parte della sua drammaticità. Il vero, autentico, cambio di pannolino prevede la presenza della cacca.
Di solito accade così. La mamma prende in braccio il bambino, lo annusa un po' e dice con voce gaia e piuttosto cretina: "E qui cosa abbiamo fatto, eh? Sento un certo odorino... Cosa ha fatto l'angioletto?".
Poi la mamma va di là e vomita.
A questo punto si riconosce il padre di destra, quello di sinistra e quello di centro.
Il padre di destra dice: "Che schifo!" e chiama la tata.
Il padre di sinistra prova a spiegare al bambino come ci si cambia da soli il pannollino. Poi chiama la tata.
Il padre di centro prende il bambino e lo va a cambiare.
Il pannolino si cambia, rigorosamente, sul fasciatoio.
Il fasciatoio è un mobile che, quando lo vedi a casa tua, capisci che un sacco di cose sono finite per sempre, tra le quali la giovinezza.
Comunque è studiato bene: ha cassettini vari e un piano su cui appoggiare il bambino.
Far star fermo il bambino su quel piano è come far stare una trota in bilico sul bordo del lavandino.
E' fondamentale non distrarsi mai. Il neonato medio non è in grado quasi di girarsi sul fianco, ma è perfettamente in grado, appena ti volti, di buttarsi giù dal fasciatoio facendoti il gesto dell'ombrello: pare che si allenino nella placenta, in quei nove mesi che passano sott'acqua. Dunque: tenere ben ferma la trota e sperare in bene.
Una volta spogliato il bambino, appare il pannolino contenente quello che Gadda chiamava "l'estruso". E' il momento della verità. Si staccano due pezzi di scotch ai lati e il pannolino si apre. La zaffata è impressionante. E' singolare cosa riesca a produrre un intestino tutto sommato vergine: cose del genere te le aspetteresti dall'intestino di Bukowski, non di tuo figlio. Ma tant'è: non c'e niente da fare. O meglio: si inventano tecniche di sopravvivenza.
Io, ad esempio, mi son convinto che tutto sommato la cacca dei bambini profuma di yogurt...
A questo punto, bisogna impugnare con la mano sinistra le caviglie del bambino e tirarlo su come una gallina.
Con la destra aprire la confezione di salviettine profumate e prenderne una. Neanche il mago Silvan ci riuscirebbe: le salviettine vengono via solo a gruppi di ottanta. Scuotete allora il blocchetto fino a rimanere con tra le dita un numero inferiore a cinque salviette.
A quel punto, di solito, la gallina-trota, stufa si stare appesa come un idiota, dà uno strattone: se non vi cade, riuscirà comunque a spargere un po' di cacca in giro. Tamponate ovunque con le salviettine profumate.
Ritirate su il bambino e con gesto rapinoso gli pulite il sedere.
Posate le salviettine usate nel pannolino e richiudetelo.
Adesso la vostra situazione è: nella mano sinistra un pollo-trota coi lineamenti di vostro figlio. Nella mano destra, una bomba chimica.
NON andate a buttare la bomba chimica: la trota scivolerebbe per terra.
Pertanto, posatela nei paraggi (la bomba, non la trota), registrando il curioso profumo di yogurt che si spande per l'aria. Senza mollare la presa con la mano sinistra, usate la destra per detergere a fondo e poi passate all'olio. Ve ne versate alcune gocce sulla mano.
Esse scivoleranno immediatamente giù verso il polso, valicheranno il confine dei polsini, e da lì spariranno nell'underground dei vostri vestiti. La sera ne troverete traccia nei calzini.
Completamente lubrificati, passate alla Pasta di Fissan, un singolare prodotto nato da un amplesso tra maionese Calvé e gesso liquido: ne riempite il sedere del bambino e, naturalmente, ve ne distribuite variamente in giro per giacche, pantaloni, ecc. A quel punto avete praticamente finito.
Sennonché... il bambino fa pipì.
Il bambino non fa pipì a caso. La fa sul vostro maglione. Voi fate un istintivo salto indietro. Errore. La trota, finalmente libera, si butta giù dal fasciatoio. Ritirate su la trota e non raccontate mai alla mamma l'accaduto.
Prendere il pannolino nuovo.
Capire qual'è il lato davanti (di solito c'è una greca colorata che aiuta, facendovi sentire imbecilli).
Inserire il pannolino tra le gambe del bambino e chiudere.
Il sistema è stato studiato bene: due specie di pezzi di scotch e il pannolino si chiude.
Si, ma quanto si chiude? Così è troppo stretto, così è troppo largo, così è troppo stretto, così è troppo largo. Si può arrivare anche ad una ventina di tentativi. E' in quel momento che il bambino comincia ad intuire di avere un padre scemo: giustamente manifesta una certa delusione, cioè inizia a gridare come un martire. Da qui in poi si fa tutto in apnea e in un bagno di sudore.
Nonostante i decibel espressi dal bambino, mantenere la calma e provare a rivestire il bambino.
E' questo il momento dei poussoir (i bottoncini a pressione). Quando Dio cacciò gli uomini dal paradiso terrestre disse: partorirete con dolore e dovrete chiudere le tutine dei vostri figli con i poussoir. Per chiudere un poussoir bisogna avere: grandissimo sangue freddo, mira eccezionale, una fortuna sfacciata.
Il numero di poussoir presente in una tutina è sorprendente e, perfidamente, dispari.
Se, nonostante tutto, riuscite a rivestire il bambino, avete praticamente finito.
Vi ricordate che avete dimenticato il borotalco: il culetto si arrosserà.
Pensate ai bambini in Africa e concludete: si arrosserà, e che sarà mai?!
Quindi prendete il bambino e lo riconsegnate alla mamma.
Lei chiederà: "L'hai messo il borotalco?". Voi direte: "Sì". Con convinzione.
Ripercussioni fisiche e psichiche.
Fisicamente, cambiare un pannolino brucia le stesse calorie di una partita di tennis.
Psichicamente il padre post-pannolino tende a sentirsi spaventosamente buono e in pace con sé stesso.
Per almeno tre ore è convinto di avere la nobiltà d'animo di Madre Teresa di Calcutta.
Quando l'effetto svanisce, subentra un irresistibile desiderio di essere single, giovane, cretino e un po' di destra. Alcuni si spingono fino a consultare il settore 'Decappottabili' su Gente & Motori.
Altri telefonano ad un'ex-fidanzata, e quando lei risponde mettono giù.
Pochi dicono che devono andare a comprare le sigarette, escono e poi, fortunatamente, ritornano: in casa li avvolge la sicurezza del focolare, il tepore dei sentimenti sicuri e un singolare, acutissimo... profumo di yogurt.
SENSO PRATICO
Il figlio, in vacanza, telefona alla madre per salutarla: "Mamma, come stai? Qui piove sempre".
La madre: "Allora torna, anche qui piove, ma la pioggia è meno cara ..."
NOMEN OMEN
- Come si chiama il più grande parcheggiatore arabo?
- MO' DO' AHMETT
- Che cosa fa un morto in un campo?
- Il perito agrario!
INTERROGAZIONE IN GEOGRAFIA
Il deserto del Sahara è in Africa. Su questo non ci piove.....
UN MINIMO DI APPLICAZIONE...
Un bambino primitivo torna alla caverna con la pagella e mette il lastrone di marmo sul tavolo. Il padre lo prende in mano e lo legge, scuotendo la testa come uno che non si capacita:
"...4 in italiano lo capisco: è poco che parliamo, sono le prime volte...
...4 in matematica lo capisco: le nostre menti non sono ancora sufficientemente evolute...
...ma 4 in storia... dai ... sono due cavolate!!! "
PAESE CHE VAI...
Ecco la differenza tra i vari popoli:
Quando un tedesco non sa una cosa, la impara.
Quando un americano non sa una cosa, paga per saperla.
Quando un inglese non sa una cosa, ci scommette sopra.
Quando un francese non sa una cosa, fa finta di saperla.
Quando uno spagnolo non sa una cosa, chiede che gli sia spiegata.
Quando un greco non sa una cosa, ti sfida a chi ha ragione.
Quando un irlandese non sa una cosa, ci beve sopra.
Quando uno svizzero non sa una cosa, ci studia sopra.
Quando un italiano non sa una cosa... la insegna.
TRA DONNE
- Come chiameresti un uomo in manette?
- Affidabile.
UNA TERMINOLOGIA APPROPRIATA
Evitate di tirarvi la zappa sui piedi! Ecco alcune frasi che si sentono dire in ufficio, insieme alla loro versione che vi farà sfavillare tra colleghi e capi.
> Frase sbagliata: Non posso perché vado a prendermi un caffè alla macchinetta.
Espressione giusta: Non posso perché ho una colazione di lavoro.
> Frase sbagliata: Ho perso la giornata a chiacchierare con i colleghi.
Espressione giusta: Ho investito parte del mio tempo a fare team building.
> Frase sbagliata: Ho perso la giornata a fare solitari con il PC.
Espressione giusta: Ho investito parte del mio tempo a prendere confidenza con la tecnologia informatica.
> Frase sbagliata: Ho fatto una cavolata.
Espressione giusta: Ho messo l'accento sulle contraddizioni implicite del processo decisionale.
> Frase sbagliata: Non posso perché devo andare in bagno.
Espressione giusta: Non posso perché devo gestire una priorità organica.
> Frase sbagliata: Nel mio ufficio sono l'ultima ruota del carro.
Espressione giusta: Sono una delle quattro forze motrici della mia struttura.
> Frase sbagliata: Mi hanno dato dell'asino.
Espressione giusta: È stata riconosciuta la mia forza trainante.
BUONA VOLONTA'
Un bel giorno il marito, alle prese con i lavori di casa, decide di lavarsi da solo la maglietta.
Alcuni secondi dopo averla infilata nella lavatrice, urla alla moglie:
- Quale programma devo impostare?
- Dipende... cosa c'è scritto sulla maglietta?
- University of Oklahoma...
LA DONNA DELLA PORTA ACCANTO
- Come chiameresti una donna riflessiva, equilibrata, cordiale?
- Una leggenda metropolitana.
SE LE CARTE SONO A POSTO...
Una donna entra in una farmacia.
- Per favore, vorrei dell'arsenico.
Trattandosi di un veleno letale, il farmacista chiede informazioni prima di accontentarla.
- E a che le serve, signora?
- Per ammazzare mio marito.
- Ah! capisco... però in questo caso purtroppo non posso darglielo...
La donna senza dire una parola estrae dalla borsetta una foto di suo marito a letto con la moglie del farmacista.
- Chiedo scusa, non sapevo avesse la ricetta...
AVVISI ‘EQUIVOCI’
Per tutti quanti tra voi hanno figli e non lo sanno, abbiamo un'area attrezzata per i bambini!
Il "Gruppo di recupero della fiducia in se stessi" si riunisce giovedì sera alle 19.
Per cortesia usate la porta sul retro.
Care signore, non dimenticate la vendita di beneficenza! E' un buon modo per liberarvi di quelle cose inutili che vi ingombrano la casa. Portate i vostri mariti.
Il "Gruppo vedove" si riunisce ogni martedì alle 17.
Ci auguriamo di vedervi sempre più numerose!
UN DUBBIO...
I chiromanti prima di leggere una mano consultano l'indice?
AH, MI PAREVA...
Dopo una catastrofe, un centinaio di coppie si ritrovano all'entrata del Paradiso davanti a San Pietro, il quale esclama:
- Per favore, vogliate mettervi in tre colonne: una colonna per le donne, una colonna per gli uomini che sono sempre stati sottomessi dalle donne e una colonna per gli uomini che sono riusciti ad imporre la propria volontà alla propria donna.
Detto questo, le tre colonne si formano e un solo signore si ritrova nella colonna degli uomini che sono riusciti ad imporre la propria volontà alla propria donna. San Pietro si avvicina all'uomo e domanda:
- Mi scusi, è da molti anni che non vedo nessuno in questa colonna. È sicuro di trovarsi nella colonna giusta?
E l'uomo risponde:
- Non so, è mia moglie che mi ha detto di mettermi qui.
SII SICURO DI ESSERE CAPITO
Un Comandante diede queste direttive al suo Comandante in 2°:
“Domani sera verso le 20.00 la Cometa di Halley sarà visibile in questa zona: questo evento avviene ogni 75 anni. Faccia in modo che gli uomini si riuniscano, in tenuta da lavoro, nel piazzale ed io commenterò questo raro fenomeno. In caso di pioggia, non potendo vedere niente, faremo l’assemblea nella sala cinema dove sarà proiettato un film sull’argomento”.
Il comandante in 2° riunì i Capi Reparto:
“Per ordine del Comandante, domani alle 20,00 la Cometa di Halley apparirà sopra il piazzale. Se piove, fate uscire gli uomini in tenuta da lavoro e conduceteli alla sala cinema dove si verificherà il raro fenomeno, questo accade una volta ogni 75 anni”.
I Capi Reparto riunirono gli Ufficiali:
“Domani alle 20,00 il Comandante apparirà in tenuta da lavoro nella sala cinema con la fenomenale Cometa di Halley, cosa che avviene ogni 75 anni. Se piove il Comandante ordinerà alla Cometa di andare in piazzale”.
Gli Ufficiali impartirono le istruzioni finali ai loro uomini:
“Quando domani alle 20,00 pioverà, il fenomenale Ammiraglio Halley dell’età di 75 anni, accompagnato dal Comandante, condurrà la sua Cometa attraverso il piazzale”
'STRANO' SARAI TU
Un ragazzo sul treno ha i piedi sui sedili. Quando arriva il controllore, gli chiede:
- Tu ti comporti così a casa tua?
- Perché? Lei va in giro per casa a timbrare i biglietti?
DUBBI ESISTENZIALI
1 - Il cicloamatore è un dongiovanni che corteggia solo donne mestruate?
2 - Una rosa senza spine va a batteria?
3 - La storia di Adamo ed Eva fu il primo melo-dramma?
4 - Come si camuffano due cerve? Facendo le capriole!
L'ARTE DEL COMANDO
Una società italiana ed una giapponese decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini. Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara ciascuna era al meglio della forma, ma i giapponesi vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro. Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra.
Il Top management decise che si sarebbe dovuto vincere l'anno successivo e istituì un Gruppo di Progetto per investigare il problema. Il Gruppo di Progetto scoprì, dopo molte analisi, che i giapponesi avevano sette uomini ai remi ed uno che comandava, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano.
In questa situazione di crisi il management dette una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una Società di Consulenza per investigare meglio la struttura della squadra italiana.
Dopo molti mesi di duro lavoro, gli Esperti giunsero ad una conclusione: nella squadra c'erano troppe persone a comandare e troppo poche a remare. Con il supporto del rapporto degli Esperti e l'avallo del Gruppo di Progetto, fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra!
Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, un capo dei supervisori e uno ai remi.
Inoltre si introdusse una serie di punti per motivare il rematore:
"DOBBIAMO AMPLIARE IL SUO AMBITO LAVORATIVO E DARGLI PIU' RESPONSABILITA'..... ".
L'anno successivo i giapponesi vinsero con un vantaggio di due chilometri!
La società italiana licenziò in tronco il rematore a causa degli scarsi risultati e pagò un bonus al Gruppo di Comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato.
La Società di Consulenza preparò una nuova analisi, in cui si dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il MATERIALE usato doveva essere migliorato....
Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa...