L'ex ministro Giovanardi ha parlato di "legislazione nazista" con riferimento alle ulteriori facilitazioni di accesso a tale pratica introdotte in Olanda, anche rispetto a persone non pienamente consenzienti. Tenendio anche conto che i primi dati sull'applicazione dell'eutanasia in quel Paese avrebbero dovuto indurre a più prudente riflessione... Ne è nata una furente polemica internazionale.
Il recensore di bioetica e consulente legale per l'International Task Force on Euthanasia and Assisted Suicide ("Unità operativa internazionale Eutanasia e suicidio assistito") Wesley J. Smith ha scritto nello Weekly Standard che l'indignazione degli olandesi per essere stati chiamati "nazisti" da un ministro italiano è fuori luogo. Secondo Smith le filosofie sulle quali si basa sia l'iniziativa olandese per l'eutanasia di neonati sia lo sterminio nazista degli "inabili" derivano dalla stessa fonte utilitaristico-materialista.
Il ministro italiano per i rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, ha detto, in un'intervista radiofonica, che la «legislazione nazista e le idee di Hitler riemergono in Europa, a partire dall'Olanda, attraverso le leggi sull'eutanasia e la discussione su come uccidere neonati».
Il Primo Ministro olandese si è lagnato con il suo collega italiano Silvio Berlusconi, obiettando che «non è questa la maniera di trattarci tra europei».
Smith ironizza nel Weekly Standard: «Nella Nuova Europa le parole contano più dei fatti.»
«Infatti,» scrive, «il Primo Ministro olandese pensa che ammazzare neonati perché sono nati affetti da malattie terminali o da gravi disabilità non è scandaloso, ma scandaloso è che uno osi segnalare il fatto - incontrovertibile - che i medici tedeschi facevano lo stesso durante la Seconda Guerra Mondiale».
Giovanardi e Smith fanno riferimento al programma di applicazione dell'eutanasia attuato in segreto dai tedeschi già prima della guerra, che mirava, cominciando da neonati e bambini, all'«igiene della razza» secondo criteri eugenetici, e nel quadro del quale si è sviluppata la tecnologia delle camere a gas.
Smith commenta che la risposta olandese, tecnicamente, è corretta «loro non sono nazisti nel senso di membri del partito nazionalsocialista tedesco» ma ciò non toglie che le idee e la retorica giustificativa siano praticamente le stesse.
Smith dice che i fautori olandesi dell'eutanasia obiettano che il loro programma è ben diverso, in quanto motivato da «compassione». «Naturalmente,» dice, «quello che è riprovevole è l'atto di uccidere neonati disabili e moribondi, non la motivazione».
I primi a formulare la giustificazione nazista dell'eutanasia, precisa Smith, erano illustri professori che promuovevano la soppressione dei pazienti terminali come "trattamento puramente curativo" e "atto terapeutico." Il programma tedesco, attuato ufficialmente a partire dal 1938, prevedeva la "garanzia" di una commissione che doveva giudicare se i bambini fossero o no "meritevoli di vivere."
Smith fa il confronto con il Protocollo olandese 'di Groningen', che pure prevede "garanzie" e norme per decidere quali neonati sono destinati ad avere una "vita non vivibile."
Il ministro Giovanardi ha detto che l'uccisione di neonati porterà prima o poi all'eutanasia di persone anziane e disabili. Smith dichiara che questo confronto storico è valido; in Germania, all'uccisione di neonati disabili ha fatto seguito l'infame programma T-4: l'eliminazione di adulti disabili, compresi reduci di guerra.
«Durante gli ultimi anni della guerra,» scrive Smith, «i medici tedeschi hanno ucciso tutti i pazienti che hanno voluto, spesso senza nemmeno un esame medico, generalmente lasciandoli morire d'inedia o praticando loro un'iniezione letale.»
(da LifeSiteNews.com, 28 marzo, 2006 - Puoi scaricare il testo integrale dell'articolo - documentatissimo - di Wesley J. Smith cliccando qui)