Giorgio Napolitano, a due anni dalla sua elezione, si è dimostrato – a nostro parere – un ottimo Presidente della Repubblica, sulla scia del predecessore Ciampi. Equilibrato, libero da ogni condizionamento di parte, ha al tempo stesso saputo evitare un’interpretazione del suo ruolo dimessa e notarile.
Lo abbiamo già segnalato quando ha saputo denunciare la demagogica esaltazione della “piazza” (un luogo comune diffuso anche nella parte politica da cui proviene), ribattendo prontamente ad un’infelice uscita dell’allora presidente del Consiglio Prodi.
Oggi dimostra nuovamente coraggio, in un’intervista rilasciata l’11 luglio all’agenzia di stampa russa Itar-Tass: “Penso che vadano fatte sia riforme del sistema elettorale, sia alcune riforme costituzionali. E anche che si debbano modificare parecchie altre cose: per esempio, i regolamenti parlamentari. Una nuova legge elettorale dovrebbe garantire, innanzitutto, un rapporto diretto tra elettori ed eletti: gli elettori debbono effettivamente poter scegliere tra i candidati chi dia loro più fiducia”.
Il Presidente della Repubblica, insomma, formula un invito diretto ad adottare una precisa soluzione legislativa. Non pronuncia espressamente la frase “voto di preferenza” (c’è chi rileva come anche il sistema uninominale consenta, in parte, di scegliere direttamente il proprio rappresentante), ma il concetto è chiaro. Un concetto che avevamo espresso, in maniera articolata, in un nostro precedente articolo sui sistemi elettorali.
Qualche fariseo dei palazzi del potere potrà lamentare l’ “ingerenza” presidenziale; potrà parlare dei rischi che il voto di preferenza incrementi i costi della politica (fingendo di non sapere che esistono accorgimenti – collegi ristretti, ecc. – che evitano tali rischi).
Ma a noi pare che di fronte ad un clamoroso esproprio della volontà popolare, come quello che consente a due-tre leader politici di nominare il Parlamento (per cui l’elezione diventa in pratica una mera ratifica), al garante della Costituzione sia richiesto un intervento chiaro e coraggioso.
Ben detto, Presidente!
P.S. Bisogna anche vigilare che PDL e PD, tanto presi a litigare in questo periodo, non ritrovino magicamente l’intesa – con reciproca convenienza - per ridurre ulteriormente gli spazî di democrazia. Ad esempio, eliminando il voto di preferenza dov’è ancora presente, nella legge elettorale per le elezioni europee, che si svolgeranno il prossimo anno.