Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari
Che tempo farà
ed. Piemme, Casale Monferrato (AL) 2008
Riprendiamo i brani di due recensioni pubblicate sul libro Che tempo farà. Le evidenziazioni in grassetto sono nostre.
Canada travolto dai ghiacciai. In Francia arrivano i pinguini
di Alessandro Gnocchi
pubblicato su Libero del 23/03/08
Al Gore, Premio Nobel per la pace, alla conferenza Onu di Bali sui cambiamenti climatici (dicembre 2007) l’ha sparata grossa: «La battaglia per il clima e la salvezza della Terra è la nuova frontiera dell’antifascismo nel mondo ». Addirittura. L’episodio è ricordato nelle pagine d’apertura di “Che tempo farà” di Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari. Il volume spiega benissimo come le battaglie sull’ambiente siano il cavallo di Troia di una ideologia, erede del socialismo, secondo la quale l’uomo (soprattutto quello della specie “capitalista”) è il cancro del pianeta. Il cosiddetto sviluppo sostenibile è il nuovo feticcio, con i corollari che comporta. Primo, il controllo delle nascite: siamo in troppi sulla Terra, non possiamo nutrire tutti. Secondo, il rallentamento dei Paesi ricchi: il libero mercato, per sua stessa natura rapace, brucia le ricchezze del globo e vìola le regole della natura. Terzo, la necessità di una burocrazia internazionale capace di imporre nuove regole: senza l’Onu non si va da nessuna parte.
Tutto il potere alla burocrazia
Queste sono le posizioni condivise per opportunità politica da un numero crescente di Stati. E sono anche le posizioni ufficiali dell’Unione europea, come traspare da un intervento di Javier Solana pubblicato venerdì da Repubblica. L’Alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza mette in guardia contro le conseguenze drammatiche dei cambiamenti climatici: migrazioni di massa, guerre per le risorse, carestie assassine. Poi scatta la richiesta: creare un «quadro concordato internazionale», «intensificare le capacità europee a tutti i livelli», «rendere disponibili le risorse finanziarie» (disponibili a chi e per far cosa? Non è detto), «rafforzare le regole internazionali vigenti ». Insomma: più potere alla burocrazia, per favore. Che ruolo gioca la scienza in questo quadro? Quello dell’utile idiota. Tocca infatti ai ricercatori orchestrare la propaganda. Può sembrare una esagerazione ma c’è chi ha teorizzato questa necessità. Ad esempio Stephen Schneider, docente a Stanford, consigliere di Clinton negli anni d’oro: «Vorremmo che il mondo fosse un luogo migliore, che in questo contesto significa lavorare per ridurre il rischio di cambiamenti climatici potenzialmente disastrosi. (...) Questo naturalmente richiede di ottenere una grande attenzione da parte dei media. Quindi dobbiamo offrire scenari terrificanti, fare affermazioni semplicistiche e drammatiche». Un ottimo (si fa per dire) programma applicato poi da Schneider nella stesura dei rapporti dell’IPCC, cioè del contestato organo, emanazione dell’Onu, cui tocca fornire la “verità” sulle condizioni della Terra.
Allarme nazionale per un pinguino
Ma quali sono i dati certi sul riscaldamento globale? Anzi, ci sono dati certi? Cascioli e Gaspari dimostrano che sul clima nessuno per ora può vantare il diritto di avere l’ultima parola. Lo fanno con una esilarante carrellata di false emergenze e previsioni totalmente sballate. Fine del XIX secolo. I media iniziano a interessarsi del clima. Il 24 febbraio 1895 il New York Times annuncia: «I geologi ritengono che il mondo stia per congelarsi di nuovo». Una nuova era glaciale in arrivo? Pare proprio così. Nel 1912 il Los Angeles Times titola: «In arrivo la quinta era glaciale». Nel sommario si legge: «La razza umana dovrà combattere contro il freddo per la sua esistenza». Nel 1922 il New York Times riporta che l’improvvisa comparsa di un (1) pinguino sulle coste settentrionali della Francia ha provocato «considerevole costernazione in tutto il Paese». Nel 1923, il Chicago Tribune apre la prima pagina con una notizia clamorosa. Il Canada sarà presto «spazzato via dai ghiacci dell’Artico». Stessa sorte toccherà all’Europa e all’Asia. Avanti così fino agli anni Trenta, quando la tendenza si inverte. Dal freddo bestiale al caldo disumano. Prima qualche voce isolata. Poi la valanga, a partire dagli anni Cinquanta, fino alla uscita più recente, il rapporto 2007 dello IPCC.
Il riscaldamento globale
Gli scienziati cambiano spartito: creperemo a causa del riscaldamento globale. I ghiacciai si scioglieranno, le città costiere saranno sommerse, i cicloni si moltiplicheranno, la temperatura salirà, i deserti avanzeranno. Peccato che ogni singola pagina del rapporto sia stata duramente contestata, perfino dagli esperti che hanno contribuito a stenderlo (alcuni dei quali hanno denunciato le pesanti forzature apparse nella redazione finale). Non c’è bisogno di andare all’Onu per essere edotti sulla trista fine della nostra specie. Basta rileggere le parole di Pecoraro Scanio, ministro dell’Ambiente nel governo Prodi. Sì, proprio quello che si oppone a nucleare, infrastrutture, rigassificatori, termovalorizzatori e carbone a basso impatto.
(Il recente scandalo del "Climagate" dimostra che esisteva una vera e propria manipolazione intenzionale dei dati, mirante ad enfatizzare il riscldamento dell'atmosfera e ad attribuirne la responsabilità all'uomo. Ndr).
Le catastrofi secondo i Verdi
Ecco l’Italia del presente e del futuro vista dal leader dei Verdi alla conferenza nazionale sui cambiamenti climatici (2007): addio alle piogge, desertificazione del Sud e della Pianura Padana, scioglimento dei ghiacciai alpini, quattro gradi in più rispetto alla media mondiale. Fu smentito dal professor Franco Prodi, direttore dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR: «La conferenza non ha avuto nulla di scientifico. Non hanno invitato alcun scienziato e hanno sbagliato a leggere i dati». Quante ecoballe...
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Segreti e retroscena del terrore ambientale
di Guglielmo Vasto
pubblicato su Sentire il 16/04/08
“Al tempo dei dinosauri faceva molto più caldo di oggi”. E ancora “Perché mai il Titanic affondò per colpa di un iceberg quasi davanti a New York?”.
Parlano di eco-balle e il loro libro è senza dubbio frutto della virtù dei coraggiosi, perché va controcorrente. Quanto costano le bugie sul clima? Tanto, dicono Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari giornalisti e saggisti, autori di “Che tempo farà -Falsi allarmi e menzogne sul clima” (Piemme pp.224, euro 12,50). Da una loro indagine emerge che sull’allarme ambientale si è gonfiata una enorme bugia. “Che finirà per far pagare l’aria agli abitanti del pianeta” affermano gli autori, che partono da alcune considerazioni tratte da ritagli stampa monitorati con attenzione. A partire da un’Ansa del 26.11.2007. “Avevano previsto che il 2007 sarebbe stato l’anno più caldo del secolo, ma mentre l’estate 2007 nell’emisfero Nord si è rivelata piuttosto fresca, in Sudafrica e in Argentina l’inverno si è mostrato come uno dei più gelidi degli ultimi anni, con la prima neve in oltre 20 anni in Sud Africa. Dopo 89 anni la neve è caduta nel centro di Buenos Aires” affermano gli autori. E questo è solo l’aperitivo. Molti i dati del volume che concorrono alla tesi di una possibile eco-balla planetaria.
“Siamo di fronte ad una politica sul clima viziata dalla menzogna e degli interessi di parte” dice Antonio Gaspari, giornalista e scrittore, coordinatore scientifico del master di Scienze Ambientali dell’Università Europea di Roma. Gaspari scrive per Avvenire e l’agenzia Zenit. “Anche il Corriere ha riconosciuto temperature polari dalla Cina all’Afghanistan, dal Medio Oriente al Canada”. Rincara la dose Riccardo Cascioli, giornalista di Avvenire e direttore dell’agenzia www.svipop.org, già autore con Gaspari di un doppio libro su Le bugie degli ambientalisti (sempre ed. Piemme, ndr). “Hanno detto che l’incremento dell’anidride carbonica va di pari passo con l’aumento delle temperature. Ma la Cina, che ha raggiunto e superato gli Stati Uniti in incremento di CO2, ha visto l’inverno più freddo degli ultimi 50 anni” dice. “Secondo una prima stima riportata il 10 febbraio, il freddo polare che ha investito la Cina ha ucciso 107 persone e gravemente danneggiato 17,3 milioni di ettari di foreste. Una superficie forestale che è quasi doppia di quella italiana”. (Una serie di articoli apparsi sui maggiori media mondiali ha evidenziato una tendenza al raffreddamento negli ultimi anni, ndr).
E veniamo ai mari. Anche qui il libro desta quanto meno stupore. Ci era stato detto che con l’aumento delle temperature l’acqua del mare Adriatico avrebbe sommerso Venezia e sarebbe arrivata fino a Mantova. “Eppure mai come questo anno a Venezia l’acqua è stata così bassa”. Ancora una volta dati: La Stampa (19.2.2008) ha scritto che insieme al freddo a Venezia quest’anno si è toccato il record dell’acqua bassa. “Il 17 e 18 febbraio l’acqua era così bassa che in gran parte della laguna le gondole e le barche non riuscivano a galleggiare”. I vaporetti del servizio pubblico hanno dovuto dirottare le corse per scarsità d’acqua. Antonio Gaspari fa notare un altro dato. “L’acqua è arrivata alla minima di –61 e Venezia ha mostrato le fondamenta dei palazzi, la melma, barche in secca in pieno centro, gondole arenate senza possibilità di movimento e quasi penzolanti dagli approdi. Il 2007 è passato senza lasciarsi dietro nemmeno un’acqua alta. Il 19 febbraio alle 15.30 il livello dell'acqua a Venezia è scesa a meno –72”.
Il libro porta avanti una tesi: sarebbe evidente che le condizioni climatiche sono ben poco influenzate dalla produzione antropica della CO2 (cioè dalla produzione umana di anidride carbonica, ndr). Persino gli scienziati sarebbero divisi sulla questione. “Tuttavia i sostenitori della teoria del riscaldamento globale continuano a urlare istericamente di ridurre la crescita demografica e i consumi, scegliendo forme di produzione meno efficienti e più costose, limitando lo sviluppo”, incalzano Gaspari e Cascioli. “ L’aspetto più paradossale dell’intera vicenda è che si chiede alle persone di sacrificare sull’altare di Gaia (la 'dea' Terra, ndr) i propri figli e i propri consumi, pagando di più per produrre di meno”. Gli autori si riferiscono alla ratifica da parte dei governi del Protocollo di Kyoto: un’operazione speculativa mondiale che indebita tutti gli abitanti del pianeta Terra. “Nel momento in cui si accetta l’idea che la produzione antropica di CO2 è la causa del problema, ecco che ogni abitante del pianeta Terra, dovrà pagare perché emette CO2 quando respira e perchè consumando il necessario per vivere induce produzione di anidride carbonica”. Ma quanto costa la ratifica al Protocollo di Kyoto all’Italia? Gli autori hanno fatto i conti: 63 euro al secondo, cioè 5 milioni, 443 mila e 200 euro al giorno. Secondo i calcoli fatti dal Kyoto Club e resi noti al convegno "Le Regioni e gli Enti locali verso Kyoto" (Campidoglio, Roma ,7.2.2008), entro l’anno l’Italia accumulerà un debito di oltre 2 miliardi di euro. Ma c’è di più: in Italia le emissioni sono cresciute del 12% con uno sforamento di oltre 90 milioni di tonnellate. E c’è un dato sorprendente e inquietante: i paesi che sforano comprano dai paesi improduttivi i certificati verdi. Lo fa anche l’Italia: come tutti i governi che sono fuori dalle quote di Kyoto, va al mercato delle emissioni e compra crediti in quei paesi virtuosi che hanno il nucleare, o che hanno pochissima attività industriale da poter vendere i “carbon credits”. Nella realtà nulla cambia, perché non c’è effettiva riduzione della CO2 complessiva. Insomma sarebbe in atto un enorme sistema speculativo tenuto in piedi dalle bugie sul clima. “Al danno si aggiunge la beffa, perché i tanti denari spesi dagli italiani e dalle imprese incrementano l’austerità ed il costo dell’energia e dei trasporti, ma non cambiano nulla nella realtà”. Gli autori dicono: leggere per credere. “Per capire come è stata creata e si è gonfiata questa enorme bugia e come si sta cercando di far pagare l’aria agli abitanti del pianeta bisogna quindi documentarsi e incrociare i dati”. Per il lettore basterà andare in libreria a prendere il libro di Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari.