| |
Alessandro Sortino
| Piero Sansonetti
|
La crisi del Governo Prodi nasce dall’indagine giudiziaria che ha colpito il ministro Mastella. La vicenda è rilevante per molti aspetti politici e giudiziarî di stretta attualità. Ma ancor più – ci sembra – perché su tale vicenda si sono esercitati il moralismo e l’ipocrisia che inquinano la vita politica – ma anche la vita sociale – del nostro Paese.Il primo esempio è venuto da un’ “intervista” – se così vogliamo chiamarla – che lo scorso 18 gennaio un inviato de Le Iene (la trasmissione satirica in onda su Italia 1), Alessandro Sortino, ha condotto con uno dei figli di Mastella, Elio. Un’intervista, come vedremo, poi non andata in onda.
Sortino si è presentato per consegnare arance (!) alla madre di Elio, Sandra Lonardo (anch’essa impegnata politicamente), per la quale erano stati disposti gli arresti domiciliari. Tralasciamo ogni analisi sul merito di una vicenda giudiziaria che è ancora agli inizi. Ci limitiamo a domandarci se possa essere considerata “satira” la consegna ad un figlio di arance per la madre sottoposta a misure restrittive ...
Ma non basta. Sortino ha continuato rivolgendo (insieme con altri giornalisti presenti) a Mastella junior alcune domande sui presunti privilegi (casa, lavoro) ricevuti in quanto figlio di noto politico. Mastella si è difeso sottolineando di essere laureato in Ingegneria a pieni voti e di avere un contratto da 1.800 euro al mese presso una società privata. E ha ribattuto a Sortino: “tu che mi fai la morale quanto guadagni?” (Nessuna risposta.) “E non c’è nessun legame tra il tuo lavoro in televisione e l’avere un padre che è commissario dell’Authority per le Garanzie nelle comunicazioni?” (Qui Sortino ha risposto di aver iniziato a fare giornalismo prima che il padre diventasse commissario dell’Authority; omettendo di ricordare che in precedenza il babbo era direttore generale della Federazione Italiana Editori Giornali...)
Tralasciamo ancora il merito della questione: se Elio Mastella debba ritenersi privilegiato o meno, se Sortino abbia avuto oppure no raccomandazioni paterne. Quello che è importante evidenziare è la distinzione tra morale e moralismo: la “iena” Sortino non ha posto un principio morale, ma ha lanciato insinuazioni personali senza avere la credibilità per farlo. Ha fatto moralismo per ottenere audience televisiva (e i quattrini che questo comporta). Anche se forse, più che a Sortino, la croce andrebbe gettata addosso agli autori della trasmissione.
Che la credibilità di questa satira fosse venuta meno, data l’imprevista e pronta replica del “Mastellino”, lo dimostra anche la decisione di Italia 1 (che aveva organizzato il tutto, e che in quella trasmissione ci ha già offerto esempi di tv-spazzatura) di non mandare più in onda il servizio, consapevole che sarebbe diventato un boomerang (Sortino ha avuto il coraggio di parlare di censura!). Per chi volesse gustarsi lo ‘spettacolo’, può trovare su YouTube le immagini riprese da Sky TG24.
Papà Mastella è un noto uomo politico: boccone ghiotto non solo per le Iene che vogliono fare speculazione economica, ma anche per quelle che vogliono fare speculazione politica.
Il secondo esempio di moralismo lo abbiamo avuto pochi giorni dopo, durante la puntata di Porta a Porta del 21 gennaio. Ospite il ministro Clemente Mastella. Tra i giornalisti che lo intervistavano, Piero Sansonetti, direttore del quotidiano di Rifondazione Comunista, Liberazione.
Mastella si difendeva dalle accuse dei magistrati di Santa Maria Capua che hanno messo sotto inchiesta lui, la moglie, e la classe dirigente dell’UDEur campana; ha sostenuto che i comportamenti di cui è accusato (pressioni per ottenere nomine) non sono reati, ma pratica comune a tutti i partiti.
Sansonetti è intervenuto per affermare che a questo andazzo non partecipa Rifondazione Comunista. E Mastella gli ha ricordato che il partito di Sansonetti dovrebbe sapere qualcosa sulla gestione partitica dei corsi di formazione in Campania... Aggiungendo: “In Campania sono stati commissariati per infiltrazioni camorristiche quindici Comuni: in nessuno di questi era presente in giunta l’UDEur, mentre era presente Rifondazione...”. Il moralista Sansonetti ha incassato in silenzio.
Non vogliamo ovviamente difendere il malcostume politico cui anche Mastella partecipa. Ma qualcuno pensa davvero che un partito dell’1,4% sia responsabile di tutto il malcostume italiano?
Bisognerebbe ricordare che questo malcostume vede protagonisti tutti i partiti, dall’estrema destra all’estrema sinistra, ed in misura notevolmente maggiore del partito di Mastella. Anzi: è un malcostume che vede coinvolte tutte le categorie sociali e professionali, che compongono il sistema di potere italiano.
Il moralismo politico ha uno scopo preciso: quello di creare il capro espiatorio (di solito il più debole). Per distogliere l’attenzione dalle proprie malefatte. Per illudere le persone che, sacrificato quel capro, giustizia sarà stata fatta.
Vogliamo farci prendere in giro dai moralisti, o preferiamo chiedere riforme vere?