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"I prof. sanno meno degli allievi" Stampa E-mail
Molti insegnanti di scienze non sanno rispondere ai test preparati dall'Ocse
      Scritto da Giulio Benedetti
04/01/08

insegnante_lezione.jpgL'indagine Ocse- Pisa 2006, che ha visto i nostri quindicenni piazzarsi agli ultimi posti nella graduatoria internazionale relativa alla cultura scientifica, non risparmia neppure i prof. Gli stessi test sono stati infatti proposti dal settimanale Panorama a un campione di 100 docenti di Scienze delle medie e superiori con risultati non molto diversi. Se la maggior parte dei nostri quindicenni non ha saputo rispondere alla domanda: perché si alternano giorno e notte, non pochi insegnanti di Scienze si sono trovati in difficoltà di fronte alla domanda: «Perché la fermentazione fa lievitare la pasta?». Pisa-Ocse, la vendetta: ovvero i professori di Scienze non sempre sanno rispondere alle domande destinate ai propri allievi quindicenni.

Il settimanale ha selezionato cinque test dal questionario Pisa-Ocse 2006 che ha coinvolto un campione di oltre 400 mila studenti quindicenni di 57 Paesi e li ha proposti ai professori che avrebbero dovuto mettere i ragazzi in condizione di rispondere ai quesiti. I risultati sono stati sorprendenti. Per esempio, alla domanda «Perché la fermentazione fa lievitare la pasta? », appunto, ha risposto correttamente, scegliendo l'unica opzione giusta sulle quattro proposte, solo il 36 per cento degli intervistati: «La pasta lievita perché si produce un gas, il biossido di carbonio ». Per tre domande le percentuali di risposte esatte sono state inferiori al 40 per cento. Inoltre, in due casi su cinque le percentuali di risposte esatte dei docenti delle medie inferiori sono state più alte di quelle dei loro colleghi delle superiori. «Stiamo lavorando su un piano di aggiornamento degli insegnanti», è il laconico commento del ministro Fioroni, che proprio in seguito ai risultati dell'indagine Ocse-Pisa 2006 ha deciso di varare un piano di emergenza.

L'inchiesta di Panorama non stupisce il presidente dell'associazione nazionale dei presidi, Giorgio Rembado. «La selezione del personale attraverso i concorsi — spiega — è sparita dagli orizzonti della scuola da moltissimi anni». «La maggior parte degli attuali insegnanti — continua Rembado — sono entrati attraverso lo scorrimento delle graduatorie per supplenti, ovvero per anzianità. E l'anzianità non è mai un buon criterio di selezione». «Fino a quando non avremo la possibilità di selezionare i docenti attraverso le competenze disciplinari e didattiche — conclude Rembado — non avremo la certezza di poter contare su un buon corpo docente». «Non penso che gli insegnanti di scienze siano così ignoranti — protesta Anna Pascucci, presidente dell'associazione nazionale dei docenti di Scienze naturali —. In queste statistiche non si sa mai chi sono le persone intervistate e che cosa si vuole sondare. Penso che si stiano amplificando dei dati sulla cui validità bisognerebbe riflettere ». «I docenti di Scienze — conclude Anna Pascucci — non sono ignoranti. Certamente hanno poco tempo per aggiornarsi: solo cinque giorni l'anno».


pubblicato sul Corriere della Sera

Se lo scopo della scuola è offrire posti di lavoro ai docenti, e titoli di studio senza valore agli studenti, va bene così.
Se invece lo scopo della scuola è formare culturalmente i giovani, servono insegnanti più preparati. Ma non solo. Ai genitori troppo protettivi va ricordato che la cultura non può essere ‘infusa’ miracolosamente dal bravo insegnante allo studente svogliato. Servono anche l’applicazione e il sacrificio dello studente, come abbiamo ricordato nell’articolo sugli esami di riparazione (che analizza nell'insieme le problematiche della scuola italiana).

 



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