Uno dei peggiori guasti che ha portato la stagione di Tangentopoli è la rinuncia, da parte del cittadino-elettore, al proprio diritto-dovere di dare un giudizio morale e politico sulla classe politica che lo rappresenta, nell’illusione che sia possibile sostituire quel giudizio con uno di legalità, delegato alla magistratura.
Con la conseguenza che, di fronte a comportamenti assai discutibili, i politici sembrano ritenere sufficienti giustificazioni del tipo: “non c’è nulla di illegale!”, “non è penalmente rilevante!”.
E invece non siamo d’accordo. Anche la moralità dei comportamenti politici è importante. Esistono comportamenti che tradiscono il rapporto fiduciario tra il cittadino rappresentato e gli eletti che lo rappresentano.
Vediamo alcuni esempi concreti – e speculari – dell’ultimo periodo.
La situazione di equilibrio al Senato ha accresciuto il peso politico (e il potere di ricatto) di alcuni senatori, la cui “utilità marginale” – direbbero gli economisti – è molto elevata.
Dite che per tener salda una maggioranza bisognerebbe cercare di governar bene? Non è così facile, se la maggioranza è divisa su tutto, tranne che sulla necessità di restare al potere.
L’esigenza di ‘coccolare’ i senatori più ‘capricciosi’ ha indotto il governo Prodi a stanziare considerevoli somme di denaro pubblico per garantirsi il loro consenso.
Niente di “illegale”, per carità. “Illegale” significa contro legge; e se questi stanziamenti vengono disposti per legge...
Un articolo apparso sul quotidiano La Stampa del 16-11-2007, a firma Alessandro Barbera, ha quantificato in un miliardo di euro il costo degli emendamenti approvati nell’ultima legge Finanziaria per convincere i senatori più riottosi.
Il potere contrattuale di quei senatori era accresciuto anche dal corteggiamento ad essi rivolto da Berlusconi. Un corteggiamento che non sempre è stato solo politico: tra le strategie rientrava anche la pressione su un funzionario pubblico – il dirigente RAI Saccà – per far lavorare nelle fiction televisive attricette che stavano a cuore ad alcuni senatori; senatori che dovevano essere convinti a far cadere il Governo. Chissà che una coscia ben tornita non sia più efficace delle tentate “spallate” parlamentari...
Anche qui, probabilmente, niente di illegale. Ma a noi, ugualmente, non sembra edificante.
Tutto ciò è emerso grazie ad intercettazioni diffuse illegalmente? Sì; come quello che è emerso – ed era molto importante – dalle intercettazioni che hanno visto coinvolti Fassino e D’Alema.
Il problema delle intercettazioni diffuse è un problema serio, perché queste – utilizzate arbitrariamente – sono un fattore di inquinamento della vita pubblica (i discorsi sulla privacy non c’entrano niente). Cercare di non farsi “inquinare” significa anche non far dipendere da una telefonata il proprio giudizio politico complessivo su un politico, su un partito, su una coalizione.
Ma non possiamo neanche far finta di non vedere la realtà, rinunciare ad esigere dai politici un maggior rispetto verso di noi.
Il ‘vizietto’ di utilizzare argomenti non politici per raccogliere consensi Berlusconi lo ha rivelato anche in altre circostanze, allorché ha utilizzato i proprî soldi per indebolire alleati – An e Udc – che non ritiene sufficientemente malleabili.
Come? Finanziando movimenti politici di disturbo, a lui fedeli, che cercano consensi nello stesso elettorato di riferimento di An (destra) e Udc (cattolici). In particolare, è emersa la donazione di 500 mila euro ad Azione Sociale di Alessandra Mussolini, e di due milioni di euro alla Democrazia Cristiana per le Autonomie di Gianfranco Rotondi, come ha rivelato il senatore De Gregorio (anche lui sostenuto dal Cavaliere per abbandonare il centrosinistra) in una dichiarazione pubblicata su La Stampa del 13-12-2007.
Nessuno parli di illegalità: sono finanziamenti regolarmente dichiarati dai partiti che li ricevono.
Berlusconi utilizza risorse personali (non gli fanno difetto) e non denaro pubblico.
Ma anche qui: come giudicare la correttezza di questi comportamenti? Ci si può lamentare dell’ “infedeltà” degli alleati, se si finanziano le scissioni al loro interno? O se si incoraggiano tali scissioni, presenziando ad incontri di corrente (Giovanardi) o alla presentazione dei movimenti scissionisti (Storace), dando ampio risalto a tali movimenti sui proprî media?
Non vogliamo dare pagelle di moralità basate su un quadro parziale della vita politica. Sappiamo che non esiste una divisione netta tra “corruttori” e santi. Sappiamo che anche gli alleati di Forza Italia, così come i partiti della sinistra al Governo, non hanno mancato di coltivare il proprio orticello di visibilità (e a volte di interesse) a discapito della proposta politica.
Ma non dobbiamo per questo tacere le situazioni di degrado cui assistiamo; non dobbiamo essere prigionieri della paura che denunciare quelle situazioni possa alimentare il qualunquismo, o avvantaggiare l’avversario politico.
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