Rino Gaetano e Claudio Santamaria
Mercoledì 27 è andata in onda su RaiUno la replica di uno sceneggiato tv – che ha avuto notevoli ascolti - sulla vita del geniale cantautore prematuramente scomparso, al quale avevamo già dedicato un nostro profilo. Apprezzabile l'omaggio ad un personaggio che è diventato, nella pur breve carriera, un punto di riferimento della musica italiana. Lo sceneggiato ci ha consentito di riascoltare con piacere alcune canzoni bellissime e sempre attuali. Ma la figura dell’uomo-artista che è stata disegnata non è autentica, come ha denunciato anche la sorella (che pure era stata consulente – inascoltata – della produzione).
È stato ignorato il profondo legame di Gaetano con la sua terra d'origine, la Calabria, un legame che emerge anche nella sua poetica (e poi, che strano dialetto parlavano gli attori che impersonavano i genitori?).
Sono state del tutto ignorate le figure della sorella e dell’ultima fidanzata e promessa sposa, Amelia, una studentessa originaria di Fondi.
È stato reso falsamente conflittuale il rapporto col padre.
È stata trascurata l'ironia corrosiva verso le ipocrisie pseudorivoluzionarie della sinistra di allora (che gli procurò anche qualche ostracismo).
È stata esagerata la confidenza con la bottiglia, sino a farne quasi un ubriacone, depresso e abbandonato da tutti.
Di “libertà artistiche” la produzione ha parlato apertamente. Ma quello che è interessante evidenziare, e che provoca un notevole fastidio in chi ha apprezzato l’artista, è che questa ricostruzione artificiosa ha seguito un preciso disegno “ideologico”: fornire l’idea di un artista stritolato dal successo e dal "sistema".
Il regista Marco Turco, ad esempio, ammette: "abbiamo (...) costruito il racconto sui conflitti col padre perchè quello era il momento in cui i giovani non accettavano il principio di autorità e contestavano i genitori"(!) Insomma, Gaetano è stato trasformato in un simbolo di quel Sessantotto che ha sempre preso in giro!
Non vogliamo fare di Gaetano un eroe o un modello. Però ci sembra giusto ricordare che Rino non aveva perso la sua ironia: la rivediamo nello sguardo da folletto delle sue esibizioni registrate (sguardo che il pur bravo Santamaria, l'attore che lo ha interpretato, non ha saputo rendere); la ritroviamo anche nelle sue ultime canzoni.
La gioia di vivere non aveva abbandonato un ragazzo che - il film non lo ha ricordato - si stava per sposare...