Niente nomi, molte cifre. Al quartier generale del Ros dei Carabinieri, all’indomani del dirottamento dell’autobus di linea, preferiscono evitare i personalismi. Ma hanno le idee chiarissime sul fenomeno della criminalità straniera nel nostro Paese: «Seicento-settecentomila persone al massimo. Il pericolo sono loro». Su quattro milioni di stranieri in Italia, è questa dunque l’aliquota di immigrati in forza alla piccola e grande criminalità.
Gli albanesi sono in cima alla graduatoria della pericolosità: «Sono i meno professionali dal punto di vista criminoso e anche i più feroci. Incapaci di valutare la convenienza a delinquere, come si dice tra gli addetti ai lavori: cioè non calcolano se i rischi che presenta un certo tipo di reato sono compensati dai possibili vantaggi». E’ come dire che si farebbero ammazzare per rubare la catenina al collo di una ragazza; questo li rende di gran lunga i più pericolosi per la totale assenza di un codice di comportamento criminale, di un’etica malavitosa, di un senso della misura. «Seguono soltanto l’istinto - spiega il nostro investigatore - E per definizione indagare sui delitti di impeto è difficilissimo».
Fatte le dovute è proporzioni, le altre forme di criminalità straniera preoccupano meno. Ci sono i russi, i nigeriani e i rumeni, che si contendono il mercato della droga, della prostituzione e della tratta di esseri umani. E poi ci sono i cinesi, specializzati nel grande crimine economico a tal punto che secondo la Direzione Investigativa Antimafia, una operazione finanziaria sospetta ogni due, è opera di immigrati cinesi. I russi hanno invece esportato i codici mafiosi della loro terra, e tendono a stringere alleanze (almeno dal punto di vista logistico) con i gruppi terroristici nostrani, come segnalato poche settimane fa dal procuratore antimafia Piero Grasso. Anche i nigeriani sono divisi per clan e sono i più attivi nel narcotraffico e nello sfruttamento della prostituzione. Ai rumeni sono rimaste quasi le briciole della grande torta del crimine; molti di loro si sono specializzati nei furti di rame e nella clonazione di carte-bancomat.
pubblicato su Il Messaggero del 17-5-2007
P.S.: A questi dati si aggiungono quelli forniti dal Ministero degli Interni il 20-6-2007, e relativi ai crimini commessi nel 2006: l'incidenza degli immigrati irregolari tra denunciati e condannati è molto forte, soprattutto per certi reati che suscitano maggiore allarme sociale, come gli omicidi (oltre il 30% del totale), stupri (39%), borseggi (70% ), rapine o furti in abitazione (51%), rapine in strada (45%), estorsioni (19%). Tra gli irregolari che commettono reati, spiccano soprattutto gli immigrati da Romania, Marocco e Albania. Nella speciale classifica stilata dal ministero, i romeni spiccano per gli omicidi volontari, le violenze sessuali, i furti d'auto, le rapine nei negozi. I marocchini nelle lesioni dolose, nei furti con strappo e nelle estorsioni. Gli albanesi nei furti in casa. (La parziale discrepanza tra i dati "per nazionalità di provenienza" riferiti dai carabinieri nell'articolo sopra riportato, e quelli del rapporto del Ministero, si spiega col fatto che gli ambiti di influenza delle varie associazioni criminali sono in continua evoluzione, e l'analisi dei carabinieri è più recente).
P.P.S.: E' ovvio che un'immigrazione senza regole, veicolata dalle mafie internazionali, crea gravi disagi al Paese ospitante e non dà speranza - anzi, li precipita nella schiavitù malavitosa - agli immigrati. Il che non vuol dire rispondere semplicisticamente "chiudiamo le frontiere", "rinunciamo ad ogni forma di ospitalità"; significa porsi il problema delle possibilità e delle modalità migliori di aiuto, dell'integrazione, del rispetto delle regole, come cerchiamo di spiegare nell'articolo Dialogo e convivenza tra culture.