V per Vendetta
di James McTeigue - USA, Germania, 2005
In questi giorni sta andando in onda su Sky Cinema il film V per Vendetta ispirato, seppur con sensibili differenze, ad un fumetto degli anni ’80 a contenuto politico anti-thatcheriano. Il film è diretto da John McTeigue ed è basato sulla sceneggiatura dei fratelli Wachowski, che hanno pesantemente manipolato la storia originale, parto delle menti di Alan Moore e David Lloyd.
Naturalmente, come da vulgata comunistoide, la sceneggiatura è aggiornata in modo da poter essere intesa come una critica anti-conservatrice in senso generale e, volendo trovare un obiettivo particolare, è chiaro che il pensiero non può che andare a Bush nel cogliere il riferimento ad un’epidemia di influenza aviaria e ad atti terroristici, oltre che a campi di concentramento per terroristi. Un Bush che, fanno intendere i fratelli Wachowski, faziosi a tal punto da poter tranquillamente essere definiti santoriani, altro non è che un autoritario dittatore. Peccato che sia stato il Presidente più votato nella storia degli USA e che sia giunto ormai quasi alla fine del suo mandato senza aver mai dato segni di deriva autoritaria. La volontà del popolo, però, per la sinistra è notoriamente senza valore quando non conforme ai dettami delle illuminate menti progressiste, quindi decisamente trascurabile.
I personaggi ormai stigmatizzati dalla cultura sinistrorsa quali simboli del potere autoritario sono presenti nel film al gran completo. Non possono mancare quindi il leader politico conservatore, religioso ed autoritario, naturalmente un mostro spietato disposto a tutto pur di mantenere il potere, il capo di una sorta di servizio segreto, anche egli spietato e con in testa null’altro che non sia la conquista di un più grande potere personale, il grande comunicatore mediatico servo del potere e la scienziata che essendo donna e meritando quindi un atteggiamento politically correct nei propri confronti, è la più buona dei cattivi. E per la gioia del disturbato (1) Santoro non può mancare, come da copione in ogni opera anticlerical-comunista che si rispetti, un vescovo che, manco a dirlo, si scopre subito essere pedofilo.
Sulla folle ideologia del terrorista V sembra invece riversarsi l’ammirazione del regista e degli sceneggiatori. Per inciso V pronuncia, durante il film, frasi come “la violenza è lecita per una giusta causa”, dimostrandosi un esempio negativo di mancanza di pietà nei confronti degli odiati nemici, già per questo fortemente anticristiano. Discutibili e stupidamente provocatorie le immagini del Parlamento inglese che salta in aria ad opera di V, il cui cadavere è simbolicamente posto all’interno di un treno pieno di esplosivo, e della sua (inespressiva) socia.
Purtroppo una cosa non è stata mai citata nel film: il rivoluzionario Guy Fawkes, elevato a simbolo di libertà, il cui volto la maschera di V riproduce, era un fervente cattolico esasperato dai soprusi e dalle persecuzioni che la sua gente subiva ad opera di Giacomo I, nemico dichiarato della Chiesa romana.
Altra cosa da sapere è che gli autori del fumetto Alan Moore e Daid Lloyd si sono dissociati dalla sceneggiatura dei fratelli Matrix, come vengono soprannominati i Wachowski, a tal punto da non voler nemmeno comparire nei titoli di coda del film. Ugualmente, ha dato forfait anche il primo attore scelto per interpretare V.
Ossessiva, e superiore rispetto a quella che era presente nel fumetto, l’attenzione alle discriminazioni subite dagli omosessuali: rapiti, rinchiusi e torturati fino alla morte. Chiaramente questo serve a ricordare a noi, ormai “sgamati” e refrattari ai velati messaggi trasmessi via etere il predominio che le lobby gay esercitano nel mondo dello spettacolo, cinema compreso, e della moda. Però, per qualche spettatore meno attento, il tutto avrà - o almeno dovrebbe avere - come conseguenza il ritenere che i diversi nella nostra società sono trattati come lebbrosi. Da copione è la scena in cui i poveri genitori della figlia dichiaratasi omosessuale piangono disperati, venendo implicitamente giudicati dai film-makers come bigotti e meschini. Il genitore ideale, nel mondo di sogno voluto dalle avanguardie culturali gay e progressiste, deve invece saltare di gioia al solo sospettare l’esistenza di tali tendenze nei propri figli, dando immediatamente un party per tutto il vicinato! Ogni altro atteggiamento è da ritenersi sconveniente e ghettizzante (per il genitore, non certo per i figli…).
Il film attacca quindi religione, buon senso, sentimento nazionale (una delle frasi più odiate da V, e servita in modo da essere invisa allo spettatore, è “Forza attraverso l’unità ed unità attraverso la fede”).
Qualsiasi altra interpretazione del film, e naturalmente quelle ideologizzate di molti recensori, va intesa come sottomissione alla vulgata di cui sopra e lontana dalla nuda e cruda verità: V per Vendetta altro non è stata se non l’ennesima operazione mediatica pro-gay e pro-radical messa in scena dal ricco mondo del cinema.
Sì, in questo caso si è scelta, per portarla sul grande schermo, un’opera a fumetti che era già di per sé ideologicamente schierata, ma certamente vi è stata un’accentuazione altrettanto ideologica di determinati aspetti. Altre volte abbiamo assistito ad un’opera di stravolgimento della Storia o di esagerata accentuazione delle caratteristiche di determinati personaggi al fine di trasmettere il messaggio ideologico radical, vedi rispettivamente Le Crociate o Alexander. Quindi questo non dovrebbe sorprenderci troppo. Semmai dobbiamo iniziare a chiederci: non è ormai giunto, e forse già da molto tempo, il momento in cui uscire all’aperto e difendere, riaffermare e dichiarare come superiori le basi del pensiero moderato, conservatore e cristiano? E questo, possibilmente, prima di ritrovarci seduti su un cumulo di macerie, unico residuo della nostra grande civiltà?
Anche scusateci, voi progressisti, siamo stanchi di sentire menzogne buoniste: sotto gli occhi di tutti c’è la società più tollerante che sia mai esistita. Forse ne sono esistite di altrettanto tolleranti, ma non di maggiormente tolleranti. Quindi, nessun passo indietro riguardo alla tolleranza, non è per questo che combattiamo e combatteremo: ad ognuno i propri diritti, ma nel rispetto di un sistema di regole; sovvertito il quale sarà il caos a farla da padrone ed allora altro che falsi eroi, macchiette mascherate che sopravvivono al fuoco incrociato di una dozzina di tiratori… Non resterà che confusione ed il terreno sarà pronto, invece che per la più grande delle libertà, per il più crudele dei regimi, ovvia e distruttiva risposta, proprio per quel principio di azione-reazione citato nel film, ad ogni esagerazione libertaria.
Meglio, molto meglio, rimanere nell’ambito della moderazione e quindi, ripeto, diritti a volontà, ma che si fermino lasciando il passo alla ragione di fronte a questioni come Famiglia e Vita. Sì ai diritti degli omosessuali come persone, quindi, ma un fermo no al matrimonio gay ed alla criminale equiparazione di quest’ultimo all’unione naturale fra un uomo ed una donna.
Tornando un’ultima volta al film, interessante è notare il simbolo del governo autoritario, simile ad una croce. Coincidenza? Ma no… V per Vendetta, P per propaganda. Di sinistra estrema, of course, se c’è bisogno di sottolinearlo una volta ancora… Alla prossima.
(1) Disturbato dal Family Day, a tal punto da organizzare la famigerata puntata di Annozero intorno al fazioso ed inesatto video dell’attivista gay irlandese O’Gorman. A proposito, come mai questa appartenenza di O’Gorman non è stata neanche citata? Non sarà che il venirne a conoscenza avrebbe fatto suonare un campanellino nelle teste degli spettatori di Annozero, campanellino pericoloso per il buon fine faziosamente accusatorio della ideologicamente schierata trasmissione santoriana? Più informati si è, più è difficile finire vittime della faziosità sinistrorsa…