Giovanissimi, consumatori di hashish, a rischio di disturbi psichici dieci volte di più rispetto ai coetanei che non «fumano». Quando nell'Ottocento Ernst von Feuchtersleben da Vienna usò, per la prima volta, il termine psicosi per indicare problemi mentali e stati di follia, certo, non poteva immaginare che la sua definizione sarebbe stata utilizzata oggi anche per spiegare le nuove malattie degli adolescenti: psicotici per colpa degli spinelli. È quanto sostiene, invece, la Società italiana di Psichiatria (Sip), stanca di sentire ripetere che la marijuana «non fa, poi, così male».
Spiega il presidente Mariano Bassi: «Tra le droghe leggere e i casi di psicosi e paranoia c'è uno stretto legame». La Sip ha fissato anche un limite: oltre i 50 spinelli l'anno — uno alla settimana — i rischi crescono in modo esponenziale. Dopo l'Independent, che lo scorso marzo ha dedicato il suo editoriale domenicale ai danni della cannabis al cervello, puntano ufficialmente il dito contro gli spinelli, per la prima volta in Italia, anche gli psichiatri. Lo fanno con una serie di studi scientifici internazionali che saranno presentati martedì a Milano, al termine di un tour in 16 città dedicato alla formazione dei medici sui pericoli dell'hashish. Un problema che ormai riguarda un numero record di giovani: almeno 700 mila, uno-su-quattro, solo tra i 15 e i 19 anni, secondo le ultime stime dell'Espad, l'European school survey project on alcohol and other drugs. I danni alla salute mentale vanno dalla difficoltà di concentrazione, agli attacchi di panico, fino alle manie di persecuzione e alle idee deliranti. Non finisce qui: «Per chi fuma oltre 50 canne l'anno — avverte Bassi — non bisogna sottovalutare neppure il pericolo di ammalarsi di schizofrenia». L'Istituto superiore della sanità la definisce hashish dementia. Sotto accusa — soprattutto, ma non solo — lo skunk, un super-spinello con una concentrazione del principio attivo Tetrahydrocannabinolo (Thc) fino al 25%, contro il 3% delle canne degli hippies.
«L'uso di cannabinoidi provoca disturbi al sistema neurotrasmettitore, la sostanza responsabile della trasmissione degli impulsi nervosi — sottolinea Bassi, docente nelle Scuole di specializzazione in Psichiatria delle Università di Parma e Bologna —. Per gli adolescenti i rischi sono maggiori rispetto agli adulti perché il loro cervello è ancora in fase di sviluppo». Malattie mentali, dunque, legate a doppio filo all'uso della marijuana? È una tesi destinata a fare discutere. La Società italiana di psichiatria la sostiene sulla base delle ultime ricerche internazionali, come quella del Dipartimento di psichiatria dell'Università della California, pubblicata l'altro ieri sulla rivista Psychiatry Research («I risultati mostrano una significativa associazione tra il consumo di canna e la psicosi — si legge —. Su un campione di 48 persone, il 31% dei consumatori di marijuana ha mostrato problemi psicotici contro il 3% degli altri»). Sulla stessa linea, uno studio del Centro nazionale di ricerca sulle droghe e l'alcool di Sydney, pubblicato sul Canadian Journal of Psychiatry. Sullo sfondo del dibattito, due dati incontrovertibili. Uno: nel giro di cinque anni il prezzo dell'hashish è diminuito del 19%. Oggi a Milano per un grammo — l'equivalente di tre spinelli — bastano 5-8 euro. Due: il numero degli adolescenti che fanno uso di cannabinoidi è cresciuto esponenzialmente. A 19 anni, dice il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), li ha provati un giovane su due.
Pubblicato sul Corriere della Sera del 2-6-2007
Ai rischi della cannabis (non solo relativi alle malatie mantali, ma anche legati a danni fisici: crollo dl sistema immunitario, disfunzioni dell'apparatoriproduttivo, ecc.) è dedicato il libro, di Claudio Risé, Cannabis, come perdere la testa e a volte la vita.
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