Gentile dottoressa,
sono un ragazzo di 28 anni che, se viene invitato ad una festa, va volentieri per stare insieme con gli amici, e non si fa domande come: "si nota di più se non vado o se vado e resto in disparte?".
Per rendermi interessante non invento avventure fantastiche, e nemmeno di “aver sofferto tanto da bambino”.
Se sto con una ragazza, la mia ex fidanzata è una ex a tutti gli effetti, un capitolo chiuso, e non una possibile alternativa da ‘ripescare’ al momento giusto.
Quando mi è capitato di lasciare una ragazza, non ho usato giustificazioni ridicole come "ti lascio perché ti amo troppo", oppure “ho bisogno di una pausa di riflessione”.
Insomma: dico quello che penso e cerco di mostrarmi per quello che sono. Eppure, questa onestà e linearità non mi sembra siano particolarmente apprezzate dal gentil sesso. Molte ragazze (non voglio naturalmente generalizzare) mi sembrano più attratte da ragazzi improbabili, a volte veri e propri “pallonari”, tipi alla Manuel Fantoni (quel personaggio che in un film di Verdone raccontava le sue avventure su “un cargo battente bandiera liberiana”).
Mi sa spiegare questo fenomeno? Sbaglio io qualcosa?
Akira
Caro “Akira”,
stando a quanto mi dici di te sei una persona aperta, sincera e trasparente, non ti piace studiare tattiche nelle relazioni sociali, sei soddisfatto di te salvo rimanere stupito ed amareggiato nel renderti conto che queste doti non siano apprezzate dalle donne, pur giustamente non generalizzando…
Mi vengono in mente un paio di riflessioni.
Prima di tutto ti dico che, dalla descrizione che mi fai di te, ti immagino nei contenuti dei tuoi discorsi; mi è più difficile però immaginare la tua modalità comunicativa, cosa che capita spesso quando ci si trova a leggere una descrizione di poche righe di una persona. Con questo voglio dire che nel riflettere su come ci si pone in relazione con l’altro è importante fare caso a più aspetti, specie considerando che la relazione si gioca principalmente sul messaggio implicito che si invia mentre si comunica, non tanto su quello che si dice. Il messaggio implicito riguarda ad esempio il non verbale, i gesti, il tono di voce, la posizione del corpo, come anche l’uso di alcune parole piuttosto che altre… tali segnali danno informazioni, ad esempio, sul ruolo che ciascuno vuole assumere nella relazione, e spesso identificano la relazione stessa.
Un’altra riflessione riguarda un po’ il mondo femminile, sempre senza generalizzare. Le donne si fanno molte più domande degli uomini e si danno risposte molto più fantasiose e macchinose, ora riescono realmente ad andare oltre l’apparenza, a scoprire l’arcano, ora semplicemente non si accontentano della realtà nuda e cruda e hanno la necessità di “spiegarsi” l’evidente… Da un certo punto di vista, quindi, gli uomini che “raccontano”, “infiocchettano”, sono più vicini al modo fantasioso e complicato della donna di vedere il mondo… che a volte preferisce correre il rischio di essere presa in giro pur di accompagnarsi a qualcuno che le “assomigli” un po’…
In bocca al lupo per i tuoi prossimi incontri.
Dott.ssa Rosa Magistro